L'avvocato del cuore
Divorzio, non c’è pane senza pene
“Perché in Tribunale la guerra della coppia è sostanzialmente una guerra di soldi? Perché i genitori, se non litigano sui bambini, litigano per il denaro? E, infine, abbiamo mai riflettuto sul perché il tradimento sessuale viene sovente ripagato o risarcito con un gioiello prezioso o con tanto denaro? Perché, forse, ma probabilmente è vero, il denaro è il sostituto simbolico dell’organo sessuale maschile. E quello che sto per fare non è un ragionamento del c…, ma una deduzione emersa dall’esperienza. Intanto, gli uomini, da sempre, usano il denaro come metro delle proprie emozioni, dei propri sentimenti: nel corteggiamento non badano a spese, pur nell’ambito delle proprie possibilità e così pure, se proprio non sono tirchi, quando la famiglia è felice. Freud scriveva che le faccende di denaro sono trattate dalle persone civili in modo del tutto analogo alle cose sessuali, con le stesse contraddittorietà, prudenza e ipocrisia. E, aggiungo, con altrettante opportune precauzioni. Del resto, il denaro è fonte di piacere, come pure il sesso.
Sempre che siano entrambi trattati con le dovute attenzioni e con la competenza specifica. L’uso improprio del denaro porta guai e infelicità. L’uso scombinato e inadeguato del sesso porta pessima reputazione e non pochi guai. Non è inutile osservare che esiste pure una scala di piaceri acquistabili, da poche decine di euro o molte centinaia, a seconda che ci si rivolga a una prostituta o a una escort: in teoria in proporzione alla maggior intensità o qualità di piacere. In pratica, non c’è nessuna differenza: sempre denaro in cambio di sesso. Ecco perché quando è impedita la realizzazione del desiderio sessuale, ciò che ovviamente avviene nella separazione della coppia, l’unica possibile vendetta, di valore, uguale e contrario al fallo rifiutato, è il denaro negato.
Tu neghi il tuo corpo al mio piacere, io ti ripago rifiutandoti il denaro. Il valore erotico, che consente di sovrapporre e rendere indistinguibili pene e denaro, diventa così la miccia che accende il tasso di conflittualità della separazione, quando i due elementi non coincidono più; cioè quando fallo e moneta non possono essere giocati contemporaneamente per ricavarne piacere. E lo scontro è tanto più alto, quanto più forte era stata la passione che univa la coppia. In conclusione: è il sesso che sconvolge le nostre vite. Con l’estremo piacere, quando c’è; con la lotta per la sopravvivenza economica, quando non c’è più. Bisogna concludere che non c’è pane senza pene?
* avvocato del foro di Milano, esperta di diritto di famiglia e della persona