Cose di Lavoro
Il mondo sta cambiando ogni giorno e nessuno vi aspetterà più in futuro
"Il mondo sta cambiando ogni giorno e nessuno vi aspetterà più in futuro". A dirlo è Jack Ma, il geniale fondatore di Ali Baba. Un uomo di quelli che non passano inosservati.
Nato nel 1964, durante la rivoluzione culturale cinese a Hangzhou, e cresciuto nella provincia dello Zhejiang. Jack Ma iniziò a darsi da fare per migliorare la propria situazione già a 12 anni. Decise infatti di imparare all’inglese da solo offrendosi (gratis) come guida turistica. In un’intervista, rilasciata qualche anno fa, Ma ha raccontato che per 8 anni ha pedalato 40 minuti al giorno, con qualsiasi condizione atmosferica, per raggiungere l’albergo dove andava a recuperare i turisti. Un’esperienza che l’ha “cambiato profondamente” e l’ha aiutato rendersi conto che fuori dal suo paese c’era molto altro.
Era un’insegnate di inglese quando a 35 anni durante un viaggio in America si innamorò di internet. Tornato a casa Jack Ma iniziò a lavorare ad un’idea: applicare Internet al commercio. Una follia secondo amici e famiglia, un’opportunità da non sprecare secondo Jack Ma:
‘”Non importa ciò che si fa, a prescindere dal fallimento o del successo, l’esperienza è una forma di successo in sé. Devi continuare a provare, e se non funziona, si può sempre tornare a quello che stavi facendo prima”..
Riuscì a convincere 17 persone, i suoi soci, che misero sul piatto 60 mila dollari. Dall’intuizione di Ma nacque Alibaba, un mercato online per le imprese made in China. Un colosso da 632 milioni di utenti che sta per mettere le radici dentro Wall street. Dentro Alibaba ci sono Taobao (Ebay cinese), Aliplay (sistema di pagamento come Paypal), il sito di microblogging Weibo (il Twitter cinese) e Alibaba Pictures Group, che ha già investito più di 3 miliardi di dollari nel settore cinematografico. Ma Jack è solo il terzo azionista del gruppo, i soci di maggioranza sono la giapponese SoftBank Corp. e Yahoo Inc. rispettivamente con il 34,4% e il 22,6% delle azioni
Oggi Jack Ma è il primo imprenditore della Repubblica Popolare Cinese ad apparire sulla copertina della rivista Forbes, e nel 2009 è stato scelto dalla rivista del Times come uno dei 100 uomini più importanti al mondo. Nel 2010 è stato selezionato dalle Forbes come uno dei “Eroi della filantropia nell’Asia” (inglese: Asia’s Heroes of Philanthropy) per i suoi contributi per l’alleviamento della povertà. A novembre 2015 è il secondo uomo più ricco della Cina, e 29º uomo più ricco al mondo, con un patrimonio totale di oltre 23 miliardi di dollari statunitensi. Nel 2016 Forbes lo ha indicato al quinto posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo con un patrimonio stimato di 63,7 miliardi USD. Di sicuro è attualmente l’uomo più ricco della Cina.
E’ lecito aspettarsi che un uomo di questo tipo abbia un grado di apertura mentale e una capacità di guardare le cose fuori dal comune.
Ecco che cosa ha detto in un’intervista:
“Per favore, dite ai vostri figli che il mondo sta cambiando ogni giorno e nessuno vi aspetterà più in futuro.
- Quando fu inventato l’accendino, i cerini lentamente scomparvero.
- Quando fu creata la calcolatrice, l’abaco piano piano svanì.
- Quando fu progettata la macchina fotografica digitale, il mercato delle pellicole negative cessò di esistere.
- Quando il mercato della vendita diretta/vendite basate su internet cresce, il marketing tradizionale declina.Quando lo smartphone con tecnologia 4G (accesso all’internet senza fili) è stato presentato al mondo, non era più necessario accendere il vostro computer a casa.
- Quando WeChat e WhatsApp (testo/voce/video messaggi nel vosto cellulare) sono stati sviluppati, i messaggi di testo tradizionali hanno perso la popolarità che avevano prima.
Qualcuno mi ha chiesto: “Qual è il tuo segreto per il successo?”
La risposta è davvero semplice … io faccio (azione), mentre la maggior parte delle persone sta solo a guardare.
Ricordate che il mondo continua a cambiare ogni giorno. Se non cambiate, rimarrete indietro. Se non studiate ciò che sta succedendo nel mondo e non avete un piano di azione reale e concreto con cui cavalcare le onde del cambiamento resterete inevitabilmente indietro. Mai sprecare le opportunità che la vita ti offre, bisogna coglierle velocemente ed essere lungimiranti.”
La difficoltà di cambiare nel mondo VUCA di oggi
VUCA è un acronimo inglese che sta per Volatile, Incerto, Complesso, Ambiguo: quattro lettere che racchiudono perfettamente l'epoca che stiamo vivendo. E non è solo il COVID.
E' un insieme di fattori che ha stravolto e sta stravolgendo sempre di più le nostre vite e il nostro modo di fare impresa. Vivere in un periodo di questo genere non solo è difficile ma richiede una serie di abilità, conoscenze e idee “fuori dal coro” che spesso non siamo preparati ad avere.
Dovremmo essere più creativi, più innovativi, più strategici, più agili, più veloci. Invece spesso siamo lenti, impacciati, goffi, le mani legate da procedure inefficaci, problemi che si accumulano e difficoltà che crescono come funghi.
Digitalizzazione e automatizzazione portano continue, velocissime modifiche nel mercato del lavoro.
Spariscono lavori e ne nascono di continuamente nuovi, per i quali spesso le università stesse non sono preparate a preparare.
E questo non succede solo per lavori di bassa manovalanza ma sempre più anche per lavori una volta considerati di prestigio.
Il rapporto “Adult Learning in Italy: what role for Traning Funds?” dell’Ocse, stima un incremento dei posti di lavoro aiutati dall’automazione digitale del 15,2%e una percentuale di lavori che risentiranno profondamente dei cambiamenti pari al 35,5%. Più di un lavoro su tre.
Secondo un’indagine Piaac, programma destinato alla valutazione delle competenze della popolazione adulta tra i 16 e i 65 anni, l’innovazione e il progresso tecnologico ormai la fanno da padrone, e più di un adulto su due – la stima oscilla tra il 53% e il 59% dei 25-64enni – non riesce a stare al passo coi tempi. Eppure in Italia ci si forma molto poco a quota di adulti che partecipa ad attività di istruzione e di formazione è tra le più basse a livello internazionale (24% contro il 52% della media Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico).
“È la priorità, non c’è niente da fare: possiamo parlare di innovazione, di sostenibilità, di transizione ma senza competenze adeguate che consentano di raccogliere questa sfida, di gestirla, di esserne protagonisti, tutto ha molto meno senso”, ha affermato Antonella Mansi che, dopo due mandati da vicepresidente di Confindustria tra il 2012 al 2020, oggi presiede il Centro di Firenze per la Moda Italiana ed è componente del consiglio d’amministrazione dell’università Luiss.
Oltre il Recovery per affrontare il futuro del mondo del lavoro
Mi piacerebbe pensare che i milioni che si prevede vengano destinati alla formazione dal Recovery Plan tanto in discussione in questi giorni fossero davvero in grado di colmare questo pericoloso gap.
Ma negli anni ho imparato che il modo migliore per proteggersi dagli scossoni del mercato del lavoro consiste nell'armarsi di buona volontà, rimboccarsi le maniche e mettere in atto azioni concrete a livello individuale. Non ho tempo per aspettare soluzioni dall'alto.
Come ben dice Al Siebert, autore de "Il vantaggio della Resilienza"
“La nostra società ci educa fin da piccoli a subire il controllo delle autorità. E’ un sistema che avvantaggia le persone in posizioni di potere, ma può finire per limitare gravemente la resilienza di molti quando, da adulti, il loro benessere si trovi a dipendere dalle risposte che sanno dare a difficoltà inattese.
In passato, la maggior parte dei dipendenti, sia pubblici sia privati, venivano assunti e integrati nelle organizzazioni perché erano facilmente controllabili. L’educazione ricevuta faceva di costoro dei conformisti acquiescenti nei confronti delle persone che incarnavano l’autorità. Il tacito accordo era che se avessero cooperato, fatto quel che veniva loro detto senza causare problemi quando fossero stati in disaccordo con i capi, avrebbero conservato il posto a vita, con tutti i benefici accessori e una ricca liquidazione al momento di andare in pensione. Finché durò il sistema funzionò ragionevolmente bene per larga parte dei lavoratori dipendenti, ma oggi quel mondo non esiste più.”
Quindi?
Quindi gambe in spalla e cavalchiamo le infinite possibilità del web per aprire la mente e aumentare le nostre conoscenze/competenze. Perché nessuno ci aspetterà più in futuro.
Erica Zuanon
Ingegnere, Content Strategist e Career Coach
www.azionelavoro.it