Lo sguardo libero

I media si preoccupino dei bambini abusati, non della Chiesa e di Francesco

Ernesto Vergani

Sembra complice chi minimizza lo scandalo e che non basti il perdono chiesto dal Papa

Dispiace che i media e i grandi giornali stiano via via dedicando sempre meno spazio allo scandalo pedofilia nella Chiesa, non tanto per la Chiesa stessa e per Francesco, ma per le migliaia di casi, emersi finora e che inevitabilmente emergeranno ancora, di abusati da sacerdoti cattolici.

Le vittime di pedofilia –  reato  (che non ha nulla a che vedere con l’omosessualità, che non è un reato) peggiore del terrorismo e della pratica mafiosa - subiscono una ferita nell’anima, la loro sessualità è più che notevolmente compromessa, necessitano di anni di terapia psicologica; soffrono di depressione, spesso finiscono nell’ alcolismo o nella droga, e ancor peggio si suicidano. In alcuni casi, diventano loro stessi pedofili. Tutto ciò dovrebbe valere molto di più del destino della Chiesa e di Francesco.

I fatti sono noti. Le accuse rivolte dal ex nunzio apostolico (corrispettivo di ambasciatore) negli Usa Carlo Maria Viganò, che chiede a Francesco di dimettersi perché a pochi mesi dalla sua elezione a Pontefice fu da lui informato del fatto che l’allora arcivescovo di New York Theodore McCarrick era un conclamato pedofilo e del clima di abusi e violenze diffuso in tutto l’ambito diocesano. Il caso fu silenziato, ma non si può fermare una valanga. Tutto prese il via dallo scoop del The Boston Globe del 2002 (89 sacerdoti pedofili e 55 rimossi in città). Poi la seconda ondata a inizio di questo decennio, con l’emersione degli scandali anche in Europa: Belgio, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Spagna. Quindi la Commissione di indagine vaticana nel 2014 fino alla vicenda del cardinale George Pell, prefetto della Segreteria per l’Economia (ministro dell’Economia del Vaticano, dunque a stretto contatto con Francesco) incriminato nel 2017 in Australia. Ora i casi della Pennsylvania, intanto si preconizzano nuove bufere in Maryland e in California.

Mentre si scrivono pagine e pagine sul movimento Me Too, sembra essere complice chi minimizza tutte queste vicende (“Il comunicato di Viganò si commenta da sé”) e chi spiega le accuse di Viganò sulla base delle sue posizioni tradizionaliste e del suo risentimento per essere stato frenato nella sua carriera in Vaticano. Del resto lo stesso Cristo sostiene nel Vangelo: “Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare"… oppure: “Se  non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli”. Il perdono chiesto da Francesco sembra non bastare. Non si può generalizzare, ma la situazione appare gigantesca se si pensa che il fenomeno possa essere per così dire endemico nei Seminari (la vittima di pedofilia che diventa pedofilo) e che i due tratti  psichiatrici tipici del pedofilo sono il narcisismo e l’asocialità, caratteristiche proprie del prete: l’uomo con la tonaca talare, il “semi-dio” che fa da tramite tra  gli uomini e Dio; colui che non ha una famiglia e vive solo, amico di tutti e di nessuno.