Lo sguardo libero
Intervista a Maria Borio: “Costruiamo visioni artistiche”
La poetessa presenta aspettandoPoesiæuropa, manifestazione in programma dal 23 al 26 settembre via StreamYard e a Perugia
Maria Borio, poetessa, l’anno scorso, nel luglio 2019, sull’Isola Polvese sul lago Trasimeno, poco distante da Perugia, si tenne la prima edizione di POESIÆUROPA, una manifestazione, di cui lei è presidente, che propone una riflessione sull’unità e sulla situazione culturale e politica europea partendo dalle voci della poesia. Quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria, il secondo appuntamento è rimandato, ma intanto, nei prossimi giorni si tiene via StreamYard e a Perugia aspettandoPoesiæuropa. È un po’ strano decidere che il nome per un’iniziativa culturale inizi con il gerundio "aspettando’"
Per spiegarlo devo fare un passo indietro e tornare al 2019. L’anno scorso, infatti, abbiamo lanciato la prima edizione di un festival dedicato alla poesia europea, che a partire dalle voci della poesia portasse a riflessioni sulla cultura e sulla politica europea e sulle sue radici umanistiche. È nata così Poesiæuropa, dove il dittongo latino æ ci è sempre sembrato un efficace espediente grafico per sottolineare la comunità e i legami degli artisti fra i vari paesi d’Europa, legami che spesso andrebbero presi come esempio di scambi e collaborazioni anche per chi non opera nel mondo della cultura.
Poi è intervenuta l’emergenza sanitaria. Perché questo interim?
Nella difficoltà contingente di poter allestire un evento come questo – nato con una radice internazionale, che ha ricevuto il patrocinio del Parlamento europeo alla prima edizione e lo ha riconfermato per i prossimi tre anni –, difficoltà condivisa con moltissime altre attività vitali per lo sviluppo e l’innovazione culturale, con l’APS Spazio Humanities, associazione promotrice dell’iniziativa, si è deciso di non proporre un’edizione completa, che sarebbe stata penalizzata, ma un interim appunto: un momento transitorio in cui il bilancio dei mesi trascorsi e l’attesa per i tempi a venire vogliono farci raccogliere e auspicano una costruzione di progetti. Ecco perché la parola chiave di questa edizione è ‘aspettando’, per poterci ritrovare sull’isola per una futura edizione a tutto tondo di Poesiæuropa. Il motto è: costruiamo visioni! Vogliamo condividerlo con tutti coloro che aspettiamo per gli appuntamenti di queste giornate.
Perché presenterete solo ai libri usciti durante il lockdown?
Con lo spirito del nostro motto, abbiamo pensato di rivolgere l’attenzione solo ai libri usciti durante il lockdown. Partendo da questi libri, rifletteremo sull’immaginario del momento che stiamo attraversando, imprescindibile per un’iniziativa culturale che si svolge ora. Da mercoledì 23 settembre a venerdì 25 settembre, dalle ore 18:00 alle ore 20:00, gli incontri sono pensati per un doppio canale di fruizione. Le giornate di mercoledì 23 e giovedì 24 si svolgeranno via StreamYard e potranno essere seguite attraverso la nostra pagina facebook Umbrò Cultura. Venerdì 25 si svolgerà all’aperto presso la Terrazza di Umbrò (Perugia, Via S. Ercolano 2) un reading di quattro giovani autori. A seguire la lettura, alle ore 21:00, Elio Cagnizi Acoustic Quartet in concerto con brani di musica inedita e edita. Tra gli autori: Laura Pugno e Giulio Mozzi con il loro lavoro di scrittura in coppia sul senso della letteratura al presente, Marco Giovenale e Vincenzo Ostuni con uno spaccato sulla poesia di lingua francese, Elisa Biagini e Federico Italiano con libri che affrontano il rapporto tra uomo, natura e politica, e la poetessa inglese Alice Oswald insieme ai traduttori Rossella Pretto e Marco Sonzogni. Inoltre, abbiamo pensato di dare uno spazio particolare agli autori giovani, con la presentazione della collana di ‘Lyra giovani’ curata da Franco Buffoni.
La sede deputata di Poesiæuropa è l’Isola Polvese del Lago Trasimeno.
Una riserva naturale con una flora e una fauna protette, abitata nell’antichità dai popoli etruschi, poi nel Medioevo fino al Seicento. Oggi restano i resti della Chiesa di San Secondo e del Monastero degli Olivetani, restaurati e trasformati in un centro per la ricerca sull’ambiente gestito da Arpa Umbria. Grazie alle intuizioni di Diego Marras che mi ha chiesto di raccontare l’Isola Polvese per una puntata del programma Le Meraviglie di Radio3, abbiamo ripercorso a piedi alcuni punti strategici dell’Isola la mattina prima che il festival iniziasse, siamo scesi anche nella cripta del Monastero: forse dalla registrazione si può immaginare che la voce si dirami come i tratti dei segni araldici incisi nella pietra. Ecco, a luglio 2019, per due giornate, abbiamo riunito un continente su un’isola, così piccola al centro di un piccolo lago che è a sua volta al centro geografico del nostro paese, a sua volta al centro del Mediterraneo. Uso la metafora degli anelli concentrici per evocare un po’ l’atmosfera della prima edizione, in cui l’isola è stata un centro di gravitazione stupefacente per incontri, confronti e letture.
Siamo in un momento storico particolare. Come vive un’artista un simile periodo?
Oggi un’artista è spesso chiamato a interagire attivamente non solo con il pubblico, ma anche a costruire certe condizioni per la condivisione e la riflessione culturale. Diciamo che non è più facile pensarsi creatori isolati e assoluti che vivono in un’aura orfica, completamente disgiunti dalle condizioni della diffusione culturale. Per le generazioni precedenti era diverso. Oggi un’artista è sempre esposto: come creatore di idee, rappresentazioni, mondi e come creatore di condizioni culturali e di ricerca, di sperimentazione, di studio. Tuttavia c’è troppa mancanza di lettura, di riflessione e una sottostima istituzionale e professionale dell’arte. L’arte è una parte “normale” della vita, non dovrebbe essere considerata al di fuori della consuetudine. Se dico “al di fuori” intendo: difficile, strana, avulsa dalla pragmatica, non produttiva. La realtà è anche l’arte, l’arte è anche un modo per farci pensare meglio la realtà. Per questo all’arte si deve sempre chiedere tanto, non ci si può accontentare, non è una didascalia dei sentimenti o del linguaggio. È un modo per stare al mondo intensamente, a cui si deve rispetto.
LA BIOGRAFIA
Maria Borio è poeta e critico letterario. Ha pubblicato i libri Trasparenza (“Lyra giovani”, Interlinea, 2019), L’altro limite (pordenonelegge-lietocolle, 2017) e una raccolta, Vite unite, è uscita nel XII Quaderno italiano di poesia contemporanea (Marcos y Marcos, 2015). Ha scritto i saggi Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui (Marsilio, 2018). È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea e cura la sezione poesia di «Nuovi Argomenti».
Ph. Credits Dino Ignani.