Lo sguardo libero
Nicola Di Molfetta: “Così il potere legale si siede a tavola”

Nicola Di Molfetta
Più che una guida gastronomica, la guida Le Tavole della Legge è una mappa culturale, relazionale e simbolica dei gusti del potere legale italiano. L’ultima opera di Nicola Di Molfetta, giornalista, saggista e Group Editor in Chief di LC Publishing Group, realizzata insieme alla giornalista di Financecommunity, Letizia Ceriani, racconta la business community legale attraverso i suoi ristoranti del cuore. Con uno stile brillante e uno sguardo curioso, Di Molfetta e Ceriani propongono un viaggio in oltre 280 locali, da Milano a Palermo, dove si celebrano accordi, si costruiscono alleanze e si alimenta — anche letteralmente — il potere degli avvocati. Ma dietro le bilance da chef e da giuristi, c’è molto di più. Intervistiamo l’autore.
Nicola Di Molfetta, da dove nasce l’idea di unire il mondo legale con quello gastronomico in Le Tavole della Legge?
L’idea nasce da una rubrica che portiamo avanti da oltre dieci anni su MAG, la prima rivista italiana dedicata alla business community legale. I ristoranti che frequenta questa comunità sono veri e propri luoghi di lavoro e relazione. A tavola si discute un contratto, si chiude un affare, si immagina una strategia. Le Tavole della Legge è il risultato di centinaia di segnalazioni che abbiamo raccolto nel tempo. È un omaggio alla convivialità come forma di potere “dolce” ma non meno incisivo.
Nel libro parla del “potere del cibo”. Che ruolo ha, oggi, in una professione come quella forense?
Il cibo ha un potere straordinario: connette, mette a proprio agio, apre conversazioni. È uno spazio-tempo “altro”, dove le gerarchie si sfumano, la creatività si accende e la relazione si rafforza. Per una professione come quella legale, dove la parola e la negoziazione sono tutto, il momento del pasto è strategico. Lo dimostrano anche i sei dialoghi presenti nel libro con figure di spicco dell’avvocatura italiana (tra gli altri: Luca Arnaboldi, Guglielmo Maisto, Giuseppe La Scala, Enrico Castaldi, Matteo Orsingher e Federico Sutti): il cibo diventa narrazione, identità, posizionamento.
Rispetto ai tuoi precedenti lavori – penso a Quali Avvocati? o al Piccolo Dizionario di Legalese Contemporaneo – cosa rappresenta questo libro?
È un’opera diversa, sicuramente più pop, ma in continuità. In Quali Avvocati? ragionavo sul futuro della professione a partire da Piero Calamandrei; qui racconto la comunità legale in modo laterale ma altrettanto rivelatore. L’approccio è sempre quello: osservare, decifrare e raccontare. Anche una lista di ristoranti, se letta con attenzione, dice moltissimo su chi siamo, su come lavoriamo e con chi ci identifichiamo.
In oltre 280 ristoranti, qual è il filo rosso che tiene insieme la mappa gastronomica del potere legale italiano?
La qualità, innanzitutto. Ma anche l’attenzione alla narrazione, alla ritualità. Un avvocato d’affari sa bene che il contesto è parte integrante della trattativa. Non si sceglie un ristorante solo per il menu, ma per la storia che racconta, per l’ambiente che offre, per il tipo di esperienza che costruisce. In questo senso, la guida è anche una mappa del gusto del potere.
Ha raccontato studi, strategie, linguaggi. Ora i sapori. Quale sarà il prossimo “codice” da decifrare?
Bella domanda. Di sicuro continuerò a raccontare l’avvocatura non solo per quello che fa, ma per come lo fa. Il diritto, in fondo, è una forma di cultura. E il mio lavoro è quello di osservare dove la cultura incontra il potere, anche nei luoghi più inaspettati.
CHI E’ NICOLA DI MOLFETTA
Classe 1976, laureato in Scienze Politiche ed Economia, Nicola Di Molfetta è uno dei più autorevoli giornalisti italiani nel settore giuridico-economico. Dopo gli inizi al Sole 24 Ore e un periodo in Mondadori (Panorama Economy) è stato coordinatore economico di Lettera43, ha co-fondato e dirige MAG, la prima rivista italiana sulla business community legale. È oggi Group Editor in Chief di LC Publishing Group e autore di numerosi saggi e volumi, tra cui Avvocati d’Affari, Lex Machine, Quali Avvocati?, Piccolo Dizionario di Legalese Contemporaneo e saggi su gender gap e innovazione tecnologica nel diritto. Di recente si dedica anche alla narrativa.