De Cecco: ma la Gerini in versione 'assaggiatrice' attizza ?
Le scelte strategiche di brand
Pianificato a rotta di collo a tutte le ore è impossibile non vederlo.... Lo spot della De Cecco, una delle eccellenze italiane assolute della pasta, popola il nostro immaginario anche in queste serate malinconiche di fine estate. Diciamo subito che la massiccia pianificazione è un segnale positivo e di fiducia verso l'efficacia della comunicazione e su questo siamo tutti d'accordo.
La De Cecco è un brand che nel mondo ci fa onore e 'traina' una terra, l'Abruzzo, completamente 'underrated' ma tra le più suggestive del nostro centro sud. Veniamo alle scelte strategiche di brand. Lo spot della pasta punta su una delle nostre attrici più talentuose e versatili: Claudia Gerini.
Il racconto la vuole coinvolta in un tour che deve comunicare a consumatrici e consumatori una serie di valori. Nello scambio di battute con la 'guida aziendale' si fissano alcuni concetti base: il prodotto mantiene le sue caratteristiche genuine; i controlli scientifici e di qualità non ne inficiano la quintessenza naturale; la location 'industriale' della fabbrica è incastonata in un panorama appenninico mozzafiato. La celebrity visita quindi la nostra azienda per carpirne i segreti produttivi. Il tour serve a materializzare il processo che dà origine a un prodotto unico, a svelarne il mantra (un po’ come avviene per la Coca Cola).
Tecnologia e affidabilità produttive si coniugano armonicamente con i valori del mulino, con l'acqua integerrima che scaturisce dai monti, con i materiali dei processi industriali esclusivamente selezionati fra metalli nobili come il bronzo. Nell'era delle fake news alimentari il colosso del food punta sulla trasparenza e la semplicità, ed è perfettamente comprensibile.
Chi scrive adora la pasta De Cecco e non ha problemi a sottoscrivere l'autenticità del messaggio. La domanda è se l'ex musa di Verdone in versione scientist (quindi non l'attrice in quanto tale) sia la chiave giusta per trasmetterli. Lo stile dello spot è molto anni 80, molto 'Gavino Sanna' che della declinazione epica del testimonial è stato il maestro indiscusso. Tutto perfetto. Non c'è una sbavatura. Ma lo spot lascia un senso finale di freddezza in chi guarda da casa. Ed è questo, a nostro avviso, il suo punto debole.
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