Startup che volano

Robotica e Stampa 3D: la rivoluzione industriale di Caracol arriva a New York

Giacomo Tanzi

La giovane start up italiana premiata dal Mise porta l’innovazione della manifattura additiva nel più importante acceleratore d’America.

La ricerca avanzata nel campo della stampa 3D da parte di Caracol, una giovane realtà imprenditoriale incubata a ComoNext, vola oltreoceano e raggiunge l’ERA (Entrepreneurs Roundtable Accelerator) di New York.

L’opportunità è data dal MISE, il Ministero per lo Sviluppo Economico, e dall’agenzia Ice attraverso il bando “Global Startup Program”: l’obiettivo è quello di creare nuove sinergie tra le start up italiane ed il mercato estero, per promuoverne una crescita accelerata. Tra le 9000 partecipanti, 120 sono le realtà italiane premiate dal bando, le più promettenti negli ambiti di robotica, automotive, ict, economia circolare e medtech, tra cui anche Caracol, posizionatasi in graduatoria tra le prime 10. Il programma ha già visto conclusa una prima fase formativa per l’implementazione delle competenze tecnico-manageriali, e si avvia ora a favorire nuove opportunità di business e d’investimento internazionale attraverso uno stage all’estero di 3 mesi, presso incubatori d’eccezione in Cina, USA, Regno Unito, Giappone, Slovenia e Corea del Sud.

Un traguardo importante per Caracol che vede riconosciuta la sua intuizione di unire la robotica alla stampa 3D, per portare i vantaggi della manifattura additiva su progetti di grandi dimensioni: circular economyriduzione degli sprechi, automazione e tecnopolimeri performanti sono solo una parte dei valori che fanno di Caracol una realtà industriale rivoluzionaria nel settore manifatturiero. Partendo da comuni bracci robot industriali, Caracol ne ha brevettato un apposito tool di estrusione. In questo modo i robot sono trasformati in stampanti 3D estremamente flessibili, capaci di realizzare opere di grandi volumi utilizzando le plastiche più svariate: da tecnopolimeri rinforzati a fibra, per settori industriali come l’aeronautica e l’automotive, alle plastiche riciclate dagli scarti industriali, per prodotti di design e installazioni.
“Si tratta di un’opportunità unica per migliorare la nostra tecnologia proprietaria e fare uno scale-up della produzione. – ha dichiarato Jacopo Gervasini, CFO della start up – Spendere 3 mesi in un acceleratore comeERA, con un network di più di 500 esperti investitori, aziende e specialisti dell’innovazione, ci darà la possibilità di confrontarci e testare il nostro metodo su una produzione di grande scala, portando quindi dei vantaggi significativi nei processi produttivi dell’industria non solo italiana, ma globale.”
L’obiettivo di Caracol sarà infatti quello di fare un primo passo verso un sistema produttivo geolocalizzato in diverse parti del mondo: non un unico centro di produzione, ma una rete coordinata di realtà locali, in Italia, America, Cina, che producono on-demand e a km0. La sfida è fare esperienza per trasformare quella che è oggi una giovane promessa dell’industria italiana in una vera e propria azienda esperta nella
manifattura additiva e dal respiro internazionale.