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Chapeau mr. Draghi per la “Lectio magistralis” di politica

Poche settimane e già grandi lezioni del premier incaricato Mario Draghi.
Il personaggio che l’Europa ha ammirato e ci invidia sta perfettamente rispondendo a quanto richiesto, sottovoce, ma all’unisono dagli italiani: basta con gli improvvisati di buona volontà che a reti unificate e a pochette stirate li inondavano di parole al futuro, di baci e abbracci, di dichiarazioni di “we are the best” in una realtà che invece era ben diversa. Una realtà fatta di errori, ritardi, sciocchezze a volte inimmaginabili anche per un paese del terzo mondo.
“Pil a picco e picco di morti” questo è stato il risultato di un anno di un Governo che fortunatamente, grazie ad una mossa del cavallo diabolica è stato mandato a casa. Una mossa che ha ribaltato il disastrato M5S e scosso alle radici un PD colpevole di non aver saputo prendere le distanze, forse solo per sete di potere.
Ma adesso un personaggio, semplice nella sua grandezza, ci ha messo poco a dare discontinuità e a far capire come la musica sia cambiata. Leadership ed empowerment, gioco di squadra e sintesi, mai si era visto alla guida del paese una figura simile. E non è un caso che alla prima uscita per comunicare il nuovo mese di sacrifici non ci fosse il premier ma invece Ministro della Salute e Ministro per gli Affari Regionali , quali responsabili delle materie trattate.
Un qualcosa a cui nessuno , soprattutto i media, erano abituati tanto da chiedersi come mai non c’era il premier. Semplicemente perchè si fa così da tutte le parti in cui la capacità e il rispetto delle deleghe sono fatti concreti e non parole al vento.
E poi, altra novità per un paese abituato alla politica da talk show, decisioni rapide e soprattutto il silenzio.
Una specie di più laico “ora et labora”.
E così è arrivato il cambio del Capo della Protezione Civile, rapido ed efficace. E soprattutto il cambio di Domenico Arcuri, un vero e proprio colpo di bisturi “splendido splendente” nello stile di Donatella Rettore. Nessuno, dall’interessato ai media compresi, era al corrente della decisione. Nessuno ci ha potuto ricamare sopra ma soltanto dire qualcosa dopo l’ufficializzazione del cambio come hanno fatto Matteo Salvini e Matteo Renzi. Nessuno ha potuto dire nulla sulla figura scelta, perchè la stessa non era agganciata a nessun partito ma era solo pesante per la tanta competenza nella materia.
E che dire del cerchio magico del premier, il gruppo di supermanager con la responsabilità della preparazione e gestione dei “leggendari” 209 miliardi europei?
Nessuno ha ancora detto una parola , né si è fatto vedere in convegni, presentazioni di libri, talk show. “silenzio e lavoro”, “ora et labora”, non bisogna perdere tempo nella gestione del potere ma occorre lavorare affinché il potere sia utile alla comunità.
Ed è questa la grande rivoluzione che sta insegnando a tutti il premier in carica.