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I Soliti Idioti, Biggio: "Mandelli e io abbiamo tradito la nostra arte"
"Con il disastro del film vennero fuori tutti gli attriti tra di noi; una coppia di comici è come una coppia di sposi. Umanamente siamo molto diversi"
"Abbiamo tradito la nostra arte senza accorgercene. Da quel momento in poi diventa solo uno sfruttamento del prodotto"
"I Soliti Idioti: da un’operazione artistica è diventato un prodotto commerciale. Eravamo diventati quelli volgari, non siamo riusciti a gestire la nostra forma d’arte. L’abbiamo data in pasto a chi ci voleva fare i soldi". Così Fabrizio Biggio spiega la fine del suo sodalizio artistico con Francesco Mandelli, che lo ha portato al successo prima in tv e poi in due diversi film.
"Il nostro agente fu 'preso in ostaggio' da uno dei più grandi produttori italiani, non lo avrebbe lasciato andare via dal suo ufficio se non avessimo girato il film insieme a lui. Abbiamo accettato, poi i film son stati due. Però dopo i film per molti eravamo diventati 'quelli volgari', anche se noi nei nostri precedenti sketch trattavamo diversi temi e con un linguaggio molto differente. Da amati dagli intellettuali, siamo diventati quelli peggio dei cinepanettoni. Non mi riconoscevo più. Come ogni forma d’arte, arriva un momento in cui hai raccontato tutto, da quel momento in poi diventa solo uno sfruttamento del prodotto. Abbiamo un po’ tradito la nostra arte senza accorgercene", ha confessato ai microfoni del podcast di Luca Casadei, One More Time.
Fabrizio Biggio ha raccontato anche alcuni retroscena sulla sua vita: "Ho iniziato come tecnico nei teatri, un’insegnante di un corso però si è accorta di me e mi ha proposto di iniziare a recitare, aveva visto qualcosa. La prima esperienza in tv è stata in una piccola emittente toscana. Qualche tempo dopo Mtv cercava nuovi volti, mi sono proposto. Il provino fu un disastro, però ho fatto ridere tutti; non mi chiamarono subito, allora scrissi un fumetto sulla mia attesa. Glielo mandai e mi presero subito come autore. Poi ho conosciuto Francesco Mandelli".
"Ci siamo conosciuti a Mtv Mad, ci lasciavano fare di tutto, è stato incredibile. C’era un’alchimia perfetta tra noi. Con I Soliti Idioti abbiamo affrontato molti temi come il razzismo, l’omosessualità, la burocrazia, inventandoci un sacco di sketch. La prima puntata però non ci faceva ridere, era orribile. La grande spinta ce l’ha data il web e con la terza stagione abbiamo avuto un boom. Col successo sono arrivate le case di produzione cinematografiche per farci fare il film".
Sulla rottura con Mandelli, l’attore toscano aggiunge: "Io sono una persona remissiva, ho paura di litigare con le persone perché non voglio farle rimanere male, però poi mi porto le cose dentro. Oggi sono del tutto cambiato, era colpa mia. Con Francesco è finita innanzitutto perché non ci riconoscevamo più in quello che stavamo facendo, avevamo voglia di fare cose nuove. Ci trovavamo per giornate intere a ideare qualcosa di nuovo, non ne veniva fuori niente. Finché ci è venuta l’idea di un terzo film per raccontare i peccati degli italiani, Inferno. Andò malissimo e anche le cose tra noi peggiorarono: con il disastro del film vennero fuori tutti gli attriti tra di noi; una coppia di comici è come una coppia di sposi. Umanamente siamo molto diversi, soffrii molto per le dinamiche tra di noi e gli vomitai addosso tutto il mio rancore, fu il momento della rottura. Più avanti gli chiesi scusa perché non era colpa sua, ero io che mi sentivo dominato e invece di parlarne con lui mi tenevo tutto dentro. Oggi ci siamo chiariti".
Sulla fama, Biggio aggiunge infine una considerazione: "All’inizio non ho mai desiderato il successo, quella fama lì mi spaventava. Vedevo i miei colleghi che cambiavano, è come una droga. Andavano su di giri, da persone gentili diventavano come degli dei in terra. Quando poi la fama svanisce, si va in depressione. Proprio come quando manca la droga".