Coronavirus

Al Wto lo scontro sui brevetti per il vaccino anti Covid

di Alessandro Grandi

La proprietà intellettuale al centro dello scontro all' Organizzazione Mondiale del Commercio. Sette cittadini su dieci chiedono la condivisione delle skills

Il tema del momento è: sospendere o no i brevetti per i vaccini anti Covid-19? Al Consiglio generale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) a Ginevra di questo stanno discutendo i grandi della terra. La moratoria chiesta da India e Sudafrica, appoggiati da almeno altri centro stati dell'organizzazione, ha ottenuto anche il benestare dell'amministrazione Usa e questo è un buon segnale. Joe Biden potrebbe fare da traino per tutti quei paesi che ancora non sono del tutto convinti. A dire la verità inizialmente anche l'Unione Europea era titubante, come se fosse un sacrilegio mettere mano alla proprietà intellettuale, nonostante la drammatica pandemia in corso in ogni angolo del mondo.

Ma sembra che da qualche ora anche l'Ue abbia cambiato idea. Ursula von der Leyen ha da poco dichiarato: “Mi ricordo bene l'inizio della pandemia e l'appello dell'Italia all'Europa. Gli italiani chiesero la solidarietà ed il coordinamento europeo. L'Italia aveva ragione. L'Europa doveva intervenire. E questo è quello che abbiamo fatto adesso”. Una presa di posizione che come quella di Biden apre le porte ad un risultato che molti si aspettano.

L'accordo lo vuole la direttrice generale del Wto, Ngozi Okonjo-Iweala. Secondo il portavoce dell'Organizzazione mondiale del Commercio ha parlato di “una forte e condivisa posizione da parte di tutti i membri per l’aumento della produzione di vaccini, farmaci e test nei paesi in via di sviluppo. Quando ci si esprime così chiaramente a favore di un obiettivo comune, diventa più facile dire sì”. Ma non è abbastanza.

Abbastanza chiara invece è la posizione dei cittadini, della gente che non ha alcun potere decisionale, quella definita comunemente opinione pubblica.

Un sondaggio della rete di Organizzazioni non Governative che si chiama Alleanza popolare per il Vaccino, dice che sette cittadini su dieci sono favorevoli affinché i loro governatori debbano garantire che le case farmaceutiche presenti nei loro paesi condividano le formulazioni e le tecnologie riguardanti i vaccini. Numeri che in Italia sono ancora più alti: l'82% della popolazione vorrebbe la moratoria sui brevetti.

Non solo vaccini, però, India e Sudafrica, due stati che hanno anche visto varianti del virus autoctone, chiedono che l'eliminazione momentanea della proprietà intellettuale per medicinali e test diagnostici per il Covid.

Secondo i due Paesi, i farmaci e i test sarebbero facilmente riproducibili perché non necessitano di uno specifico know how.
Uno dei punti fondamentali è proprio questo: la conoscenza. Non basta infatti trovare un accordo per bloccare temporaneamente la proprietà intellettuale dei brevetti. Serve che le grandi case farmaceutiche che producono il vaccino mettano a disposizione le skills, le competenze. Senza quelle, la produzione delle dosi di vaccino è praticamente impossibile.