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Coronavirus
Caos scuola, Fratoianni: "Governo imbarazzante". Le regioni: "Decida il Cts"

Si torna a scuola il 10 gennaio? Il caos continua

La riunione della Conferenza delle Regioni non ha sciolto il caos politico che regna sul rientro a scuola, previsto per il 10 gennaio. A fronte dell'impennata dei contagi e dei conseguenti per i più giovani, meno protetti dai vaccini, i governatori gettano la palla nel campo del Comitato Tecnico Scientico (Cts), al quale chiedono di esprimersi sia sul ritorno in classe che sulle linee guida da seguire sulla gestione dei casi Covid e delle quarantene.

Fratoianni attacca Draghi: "Governo imbarazzante. E lui tace"

Il fatto che a livello nazionale non arrivi un segnale chiaro, anche in ragione della particolare fase politica che precede l'elezione del Presidente della Repubblica, viene duramente stigmatizzato dal segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: “È sempre più evidente l'affanno del governo in questa nuova fase della pandemia nel dare risposte tempestive e quindi efficaci: sull'obbligo vaccinale l'esecutivo continua a fare lo gnorri, in molte realtà assistiamo all'incapacità del sistema sanitario ad assistere i cittadini contagiati, con il caos sulle attese per i tamponi e confusione su quarantene e autosorveglianza. Sulla scuola assistiamo un balletto imbarazzante, su norme e contro norme, mentre continua l'assenza di interventi sulla ventilazione e sull'areazione delle aule, e sul tracciamento. Per non parlare poi degli obiettivi difficilmente raggiunti, e le comunicazioni inefficaci e la gestione imbarazzante nascosta dalla divisa del commissario. Insomma un'azione del governo che a me pare scollegata dalla realtà, e questo preoccupa in una fase come questa. Un affanno confermato dal silenzio come una sfinge del presidente del Consiglio, che evidentemente non vuole associare, a poche settimane dall'elezione del Capo dello Stato, la sua faccia a questo affanno. No, non è un bell'inizio di anno per gli italiani". 

"Didattica in presenza? E' un rischio, spero calcolato"

Il sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso assicura che “come Lega continuiamo a lavorare affinché la ripartenza dell'anno scolastico dopo le festività natalizie avvenga secondo il calendario programmato e con la didattica in presenza. Non siamo disposti ad accettare misure che possano determinare discriminazioni tra gli studenti italiani". Dal virologo Francesco Menichetti, già primario di Malattie infettive all'ospedale di Pisa, arriva però un allarme: “Il rientro a scuola in presenza sarà una sfida e un rischio spero calcolato – ha detto ad Adn Kronos - Si consideri che la campagna vaccinale per la fascia 5-11 anni - rileva il medico - al momento è stata un fallimento" e che "il virus oggi circola tantissimo nelle prime decadi fino ai 20 anni. Io sulla scuola sono molto prudente, penso che vada preservata la didattica in presenza ma penso che per farlo avremo molti problemi perché la popolazione è molto poco vaccinata, soprattutto tra i bambini più piccoli". 

Numeri preoccupanti: "Cinque regioni pronte per tornare in giallo"

Ancora più drastico è Giovanni Sebastiani, matematico del Cnr: “La mia lavagna ha già i numeri per 5 regioni in giallo e Liguria in arancione. Si tratta dell'Emilia Romagna, che ha già i numeri da giallo, e di Toscana, Umbria, Abruzzo e Valle D'Aosta che potrebbero averli oggi o entro pochi giorni. La previsione per questa settimana sarà quindi di un Centro-Nord colorato di giallo con Liguria in arancione. Infine, chi rischia al momento l'arancione in 2-3 settimane sono anche Marche e Piemonte. Dai calcoli effettuati negli ultimi 4 giorni c'è una crescita in frenata della percentuale dei positivi ai test molecolari, questo, se il trend rimane invariato, mi fa prevedere che la curva dovrebbe raggiungere il suo massimo tra 5-10 giorni per poi nuovamente scendere. Seppure la percentuale tenga conto delle variazioni del numero di test, di mezzo - precisa - c'è stato però il Capodanno, dunque per confermare il trend saranno utili i dati dei prossimi 2-3 giorni. Sulla discesa della curva due le incognite che vanno tenute in considerazione: i saldi e la riapertura delle scuole. Gli effetti li vedremo solo tra circa 14-21 giorni. Ci potrebbe essere una inversione di tendenza valutando cosa è successo a gennaio-febbraio 2021, la limitata copertura vaccinale tra gli studenti e l'incidenza attuale della fascia d'età sotto i 20 anni, tre volte più alta rispetto alla popolazione più adulta". 

"Meglio rinviare il rientro in classe"

Sarebbe quindi meglio ritardare la riapertura delle scuole? "Sì, sarebbe utile - replica Sebastiani - Nel frattempo si potrebbe avviare a tappeto una indagine sierologica e tamponi a ridosso della riapertura, e fare leva sulla vaccinazione dei più giovani. Oltretutto, va tenuto conto delle quarantene conseguenza del numero elevato dei test, oggi anche più complicati farli". Più che l'obbligo vaccinale, prosegue, "sarebbe utile vaccinare in modo selettivo con terze dosi agli over 70 e incentivo per prima e seconda agli under 30, tra i quali è massima la circolazione del virus". 

 

 

 

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