Coronavirus
Covid: inoculare i vaccini ai bambini? Studio Usa spiega perché è un rischio
Regno Unito e Germania contrarie al vaccino ai bambini. Per lo studio Usa i rischi sono troppo alti e mai visti prima. Cosa scrivono e cosa sappiamo
Nelle famiglie italiane circola scetticismo sulla vaccinazione dei bambini al Covid. Molte persone, anche convinte delle qualità dei vaccini che si sono fatti inoculare, si dicono perplesse o contrarie al trattamento sui figli minori.
A settembre gli esperti del Comitato medico scientifico del Regno Unito che assistono il governo di Boris Johnson hanno dichiarato che il rapporto rischi/benefici non permette di dare il via libera per la vaccinazione ai bambini e ragazzi sani fra i 12 e i 15 anni, negando così la possibilità della somministrazione, già autorizzata dalle agenzie del farmaco. E comunque non ai bambini sani poiché, come ha scritto il JCVI, il Joint Committee on Vaccination and Immunization, che è un comitato consultivo di esperti indipendenti che fornisce consulenza ai dipartimenti sanitari del Regno Unito, ci sarebbe il rischio, per quanto raro, di miocarditi, evento non manifestatosi in altri tipi di vaccinazioni. Stessa musica in Germania dove non si vaccinano i minori, non si consigliano i vaccini anti Covid per i ragazzi sotto i 17 anni e il Robert Koch Institute non ne raccomanda la somministrazione.
Di parere diverso altri Paesi. Secondo i dati delle principali case farmaceutiche la risposta anticorpale risulterebbe sovrapponibile a quella rilevata nei gruppi più adulti, ma con dosi inferiori. Eppure di recente è stato pubblicato sul portale ScienceDirect, del gruppo editoriale Elsevier che pubblica anche la prestigiosa rivista The Lancet, uno studio di ricercatori americani (Kostoff, Calina, Kanduc, Briggs, Vlachoyiannopoulos, Svistunov, Tsatsakis) molto articolato e complesso ma particolarmente critico sull’inoculazione ai minori.
Lo studio si concentra sia sui vaccini anti Covid inoculanti a base di mRNA sia su quelli a base di vettori virali.
"Come abbiamo dimostrato”, scrivono gli studiosi del report che prende il nome Why are we vaccinating children against COVID-19?, ci sono tanti “motivi principali per cui riteniamo che la proteina spike possa essere dannosa per i bambini anche se non sembrano ammalarsi a causa dell'esposizione a SARS-CoV-2”.
Quando il vaccino di nuova generazione, utilizzato contro il Covid, viene iniettato, la capsula di grasso trasporta il suo contenuto nelle cellule umane e l'RNA messaggero le istruisce a creare la proteina spike, insegnando così al sistema immunitario a riconoscere e bloccare il Coronavirus, dato che questo utilizza proprio la proteina spike per legarsi alle cellule.
La proteina spike S prepara il sistema immunitario a combattere la potenziale infezione da Sars-Cov -2 ma i bambini che corrono rischi trascurabili di effetti gravi del Covid con questa operazione si potrebbero trovare con effetti negativi sul medio o lungo termine e per decenni.
I ricercatori fanno un elenco dei problemi. Noi riportiamo solo i principali: “la stessa proteina spike può essere una tossina/proteina patogena”; “la sola proteina S può danneggiare le cellule endoteliali vascolari (EC) sottoregolando ACE2 e di conseguenza inibendo la funzione mitocondriale”; “aumenta i livelli di angiotensina II, esacerba il danno polmonare e innesca eventi di segnalazione cellulare che possono promuovere il rimodellamento vascolare polmonare e anche l' ipertensione arteriosa polmonare (PAH) come possibili altre complicanze cardiovascolari”.
Per tanto si chiedono: “quali sono i potenziali effetti negativi sulla salute a medio e lungo termine dell'inoculazione di COVID-19 sui bambini in particolare, tenendo conto del fatto che saranno esposti non solo alla componente proteica del picco del virus SARS-CoV-2, ma anche al guscio incapsulante di LNP tossico?”
“Questa combinazione tossica avrà aggirato molte protezioni difensive (tipicamente fornite dal sistema immunitario innato) attraverso l'iniezione diretta. Come abbiamo dimostrato, i motivi principali per cui riteniamo che la proteina spike possa essere dannosa per i bambini anche se non sembrano ammalarsi a causa dell'esposizione a SARS-CoV-2 sono 1) il bypass del sistema immunitario innato mediante inoculazione, 2) il maggior volume di proteina spike che entra nel flusso sanguigno e 3) gli ulteriori effetti tossici dello strato di LNP incapsulante”.
Per tanto, spiegano, non ci sono sufficienti dati che giustifichino l' inoculazione sui minori. E sono preoccupati perché un certo numero di ricercatori ha suggerito la possibilità di gravi effetti autoimmuni a lungo termine, potenzialmente dipendenti dagli anticorpi, effetti neurologici e altri effetti potenzialmente gravi, con periodi di insorgenza che vanno da alcuni mesi a diversi anni. Se tali effetti si riveleranno reali, saranno i bambini a dover sopportare il peso della sofferenza. In questo senso, per i ricercatori Usa la bilancia rischi/benefici pende troppo sul lato rischi.
E si potrebbero avere anche altri tre effetti, scrive ancora lo studio. “Gli anticorpi potrebbero presumibilmente offrire protezione contro il virus (sebbene con tutti i casi segnalati, ciò sia discutibile), o potrebbero sopprimere in una certa misura i sintomi gravi. Potrebbero anche reagire in modo incrociato con l' antigene tissutale umano, portando a potenziali effetti autoimmuni. Il terzo si verifica quando il materiale iniettato entra nel flusso sanguigno e circola ampiamente. Questo può causare danni vascolari”.
E nel finale il gruppo di studiosi sgancia la bomba: non è chiaro perché si faccia un'operazione di massa del genere, senza valutare caso per caso, tanto più perché esiste un’ampia letteratura su questi tipi problemi.