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Coronavirus
"Covid, Italia impreparata, ha mentito all'Oms". L'inchiesta del "Guardian"

L’Italia avrebbe mentito all’Oms sulla sua preparazione ad affrontare un’epidemia. È quanto scrive il sito britannico the Guardian che spiega come questo sarebbe avvenuto tre settimane prima che fosse confermato il caso del paziente 1, Mattia di Codogno. Siamo al 4 febbraio dello scorso anno, sempre secondo la testata inglese, in un rapporto di autovalutazione sulla preparazione complessiva a rispondere a un'emergenza sanitaria pubblica, l'autore del documento colloca l'Italia nel 'livello 5', il più alto. Ogni paese vincolato al Regolamento sanitario internazionale (Ihr) deve compilare questa autovalutazione e presentarla all’Oms. Questo ha lo scopo di combattere la diffusione globale delle malattie.

Il livello 5, sempre secondo la ricostruzione di the Guardian, equivale a dire che, nel Paese che si colloca in questa categoria, il "meccanismo di coordinamento della risposta alle emergenze del settore sanitario e il sistema di gestione degli incidenti collegato a un centro operativo nazionale di emergenza sono stati testati e aggiornati regolarmente".

SI fa notare anche come, "lo scorso anno è emerso che l'Italia non aveva aggiornato il suo piano pandemico nazionale dal 2006, fattore che potrebbe aver contribuito ad almeno 10mila morti di Covid-19 durante la prima ondata e che è un elemento chiave nell'inchiesta della Procura di Bergamo sui presunti errori da parte delle autorità". Il documento di autovalutazione è stato consegnato alla Procura "come ulteriore prova", e supporta l'azione civile avviata dalle famiglie delle vittime di Covid a dicembre per presunta negligenza nella gestione della pandemia. Un'azione che si affianca a quella penale.

guardian
 

Oggetto principale dell'inchiesta avviata dalla procura di Bergamo, c'è la mancata zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro dove mentre a Codogno e altri 9 Comuni del Lodigiano e a Vo' Euganeo (Veneto), era stata decretata subito la zona rossa. 

La Procura ha ascoltato l'ex premier Giuseppe Conte, i ministri della Salute Roberto Speranza e dell'Interno Luciana Lamorgese e il governatore lombardo Attilio Fontana. Ma anche l'attuale segretario generale del ministero della Salute, che è stato Dg della prevenzione sanitaria dal 2012 al 2014, Giuseppe Ruocco. Ruocco avrebbe confermato ai pm che l'ultimo piano pandemico risaliva al 2006 (avrebbe dovuto essere aggiornato nel 2013 e nel 2018 secondo le linee guida dell'Oms), smentendo il rapporto di autovalutazione dell'Italia del febbraio 2020.

In un'analisi di questo report di autovalutazione, eseguita da Pier Paolo Lunelli, generale dell'esercito in pensione, 60 risposte su 70 fornite dall'Italia sono state giudicate "infondate", riporta ancora the Guardian, che cita un passaggio di questa analisi nella quale Lunelli scrive: "Abbiamo mentito sostenendo che eravamo pronti, dichiarando di avere capacità che, alla luce dei fatti, non avevamo". 

 

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