Coronavirus
Covid, rischio emergenza vaccinatori. Infermieri disertano il bando di Arcuri
L'obiettivo era raggiungere il numero di 12 mila infermieri ma sono solo 3.900 le richieste arrivate
Sono arrivate in Italia le prime 47 mila dosi del vaccino Moderna, che vanno a sommarsi alle 993 mila dosi finora consegnate da Pfizer/Biontech. Ma a fronte di un numero sempre superiore di fiale, potrebbe mancare chi quelle dosi dovrà inocularle, oppure i vaccinatori potrebbero costare decine di milioni in più rispetto ai 534 milioni stanziati dalla Legge Bilancio per pagare i nove mesi di contratto.
Il bando messo a punto dal commissario straordinario Domenico Arcuri prevede l’assunzione di liberi professionisti, svincolati da altri contratti.
In particolare, l’obiettivo era organizzare un esercito di 3.000 dottori e 12 mila infermieri. Ma sta accadendo esattamente il contrario: esaminando le domande arrivate finora, 14.800 sono i medici che si sono resi disponibili a vaccinare, mentre gli infermieri sono solo 3.900. E ciò a fronte di un compenso, quello dei medici, che è più del doppio di quello degli infermieri. Se così fosse i costi del servizio lieviterebbero.
Infine, Fnopi sottolinea nella lettera la necessità che al più presto questi professionisti “siano considerati alla stregua dei loro colleghi dipendenti tra il personale da sottoporre al più presto e prioritariamente alla campagna di vaccinazione e chiede anche che venga riconosciuta loro analoga premialità a quella riconosciuta agli infermieri dipendenti”.
Sul tema è intervenuto anche Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials, la federazione italiana autonoma lavoratori della sanità, in occasione dell'esame in Commissione Igiene e sanità del Senato, sulla figura dell'infermiere di famiglia.
"Non è che gli infermieri disertano il bando di Arcuri, ma semplicemente non ci sono, anche a causa dell'imbuto formativo. E quelli che ci sono - spiega Carbone - sono stanchi di essere trattati come professionisti di serie B. Fermo restando la reale necessità di reclutare infermieri e assumerli con contratti non precari vista la pregressa carenza di decine di migliaia di infermieri nel Servizio sanitario nazionale, servono proposte reali. Tanto più che riceviamo segnalazioni dai territori di infermieri che si sono resi disponibili alle Aziende di appartenenza per partecipare alla campagna, ma nessuno gli risponde".
"Si faccia ricorso alla possibilità, per gli infermieri dipendenti del Servizio sanitario regionale - prosegue il segretario generale della Fials - di effettuare, al di fuori dell'orario di lavoro e in deroga a quanto previsto in tema di esclusività del rapporto di impiego, attività professionale anche presso il territorio e nelle Rsa, previa stipula di una convenzione tra le strutture e l'Azienda sanitaria di riferimento che disciplini le modalità di svolgimento".