Coronavirus
Covid, "Possibile evitare 500 morti al giorno". Scaglionati cinema e palestre
Agire subito per evitare 500 morti al giorno. Una possibilità potrebbe essere quella di isolare gli ultra sessantenni.
Fondazione Gimbe, intervenire per evitare 500 morti al giorno
Secondo il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta: "C'è ancora tempo per evitare il lockdown generalizzato, però se aspettiamo di avere 40mila contagi al giorno, arriveremo a 500 morti al giorno". Il presidente sottolinea come sia necessario intervenire oggi per prevenire questi numeri. La soluzione secondo Cartabellotta è intervenire con "chiusure locali. Già dai primi di settembre sosteniamo che bisogna agire con chiusure localizzate anche drastiche a livello di singoli comuni e province"- continua-"uno degli interventi necessari è il divieto di eventi e assembramenti di oltre 10 persone, questo permette di avere degli effetti di riduzione della diffusione del contagio più efficaci e rapidi. Poi ci sono tutti gli altri interventi di chiusura, fino ad arrivare al lockdown totale. Il primo step è quello di cominciare a fare in modo che le persone si incontrino di meno. Queste cose però andrebbero spiegate alla popolazione in maniera molto chiara, perché altrimenti non si capisce perché si prendono delle determinate misure e si pensa che alcuni interventi siano un accanimento verso determinate attività"
Ispi, possibile soluzione è isolare gli ultra sessantenni
Un' altra soluzione contenuta in una analisi dell'Ispi, l'Istituto per gli studi di politica internazionale, sarebbe quella di isolare gli ultra-ottantenni. Questo permetterebbe di dimezzare o quasi la mortalità diretta del virus. E se si riuscisse ad isolare efficacemente gli ultra-sessantenni, la mortalità scenderebbe allo 0,07%, circa dieci volte inferiore. E' la stima degli over70, e appena del 7% con isolamento degli over-60. Un lockdown selettivo di questo tipo allevierebbe molto la pressione anche sul sistema sanitario nazionale. Si pone però un problema logistico: come isolare? "Molte persone anziane vivono assieme a persone più giovani, e più della metà di loro vive entro un chilometro di distanza dai propri figli. Possiamo essere sicuri che queste persone accetterebbero di buon grado di auto-isolarsi, non vedendo neppure i propri figli, se non per piccoli periodi di tempo?". Senza contare che "resterebbe da capire se gli anziani stessi accetterebbero di restare in isolamento in attesa di un vaccino efficace, mentre il resto della popolazione continua a muoversi, a lavorare e, in definitiva, a vivere".
Inoltre, scrive Villa nell'analisi, "malgrado tutti i caveat discussi, è a nostro parere sbagliato ritenere che quella dell'isolamento selettivo sia un'opzione da scartare o da non considerare a priori. La consapevolezza che l'isolamento selettivo non possa essere 'la' soluzione, ma soltanto una tra le diverse possibilità da valutare, non dovrebbe impedirne una serena (ma urgente) discussione".
Palestre, bar e ristoranti scagionati dall'acusa di luoghi di contagio
Palestre, bar, ristoranti, cinema e teatri non sono luogo di infezione. E' quanto emerge da uno studio condotto dal centro Altamedica di Roma e sottoposto al Journal of Medical Virology. E' il "primo studio scientifico di esclusione della sede di contagio", spiega il direttore scientifico di Altamedica, Claudio Giorlandino. "Infatti benché non sia possibile stabilire dove ci si contagi giacché i comportamenti, movimenti e contatti della popolazione siano estremamente vari ed i contagiati possano essere stati infettati in un numero indefinito di luoghi od occasioni anche contingenti od occasionali, è invece estremamente semplice, deduttivamente, verificare le sedi di frequentazione ed escludere quelle dove la popolazione dei positivi non vi si sia recata nei 10/15 giorni precedenti il riscontro del virus nel loro tratto respiratorio superiore", aggiunge. Le sedi di esclusione sono state studiate retrospettivamente nello studio, interrogando 226 soggetti risultati positivi al test, su 5.100 casi analizzati. A questi è stato chiesto se nei 15 giorni precedenti al test avessero frequentato i suddetti ambienti: palestre, ristoranti, cinema o teatri. "I risultati sono sconvolgenti - afferma Giorlandino -. Nella quasi la totalità dei casi queste sedi non sono state mai visitate dai soggetti positivi. E' di tutta evidenza, quindi, che il virus non si sia contratto lì. Se tali prime osservazioni venissero confermate da altri studi e ricerche non vi sarebbe alcuna ragione di limitare tali attività", conclude lo studio.