Coronavirus

Garavelli: "Io censurato per aver parlato a un corteo anti-Green Pass”

Di Monica Camozzi

“Garavelli, Cavaliere della Repubblica per il suo lavoro con il protocollo cure domiciliari anti-Covid bollato per aver parlato a un corteo anti-Green Pass”

Siamo al colmo:  il Direttore Generale di un’azienda ospedaliera dell’unica regione italiana che ha ufficializzato le cure domiciliari, il Piemonte, apre un procedimento disciplinare contro un medico che porta avanti queste cure da sempre. Non sembra un paradosso?

Pietro Luigi Garavelli, primario della Divisione di Malattie Infettive dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, prima nominato Cavaliere della Repubblica per il suo enorme lavoro -volto a salvare i pazienti affetti da Covid 19 seguendo il protocollo delle cure domiciliari -e poi bollato per essere sceso in piazza durante una manifestazione contro il Green Pass, spiega la vicenda  ad Affaritaliani, uno dei primi giornali a intervistarlo.

Mi autocensuro. I fatti sono noti " Infatti è sceso  in piazza su invito  durante la manifestazione contro il Green Pass così come in decine di altre circostanze per dare tutte le spiegazioni su Covid.  

Proprio qui su questa piazza Garavelli ha ribadito la capacità di guarigione di diversi farmaci, se impiegati per tempo e nel corretto dosaggio. Materia del protocollo Covi a Casa, di cui la Regione Piemonte ne conosce gli esiti positivi.

Ho fatto ciò che da medico faccio in tutte le sedi, ma il Direttore generale dell’ospedale in cui esercito e il Presidente dell’Ordine dei medici di Novara hanno detto in modo manifesto di voler intraprendere proccedimenti disciplinari ed è stato dato avvio all’iter”. La cosa, ovviamente, non finirà qui.

Sono grato a Giorgia Meloni, che non conosco,  comunque una dei tanti esponenti politici che mi ha espresso solidarietà”. La solidarietà, al dottor Garavelli, arriva soprattutto dalla gente che gli scrive ogni giorno. “Si sentivano seguiti, mi chiedevano consigli,”. Anche Giornalisti Uniti, in un tweet, ha manifestato a Garavelli piena e incondizionata solidarietà come scienziato e come medico “perché le sue opinioni sulle cure e sui vaccini non sono omologate a quelle ufficiali”.

Fra l’altro, Garavelli non si è mai espresso contro i vaccini e non ha mai ritenuto che le cure escludessero le vaccinazioni, anzi, la sua linea di pensiero era quella dell’integrazione dei due aspetti.

Garavelli non parteciperà nemmeno a International Covid Summit previsto a Roma a settembre. “Sono in attesa di confrontarmi con le Istituzioni. E sto facendo attività di riabilitazione dovuta a una brutta caduta sul ghiaccio con anchilosi del ginocchio destro. Comunque avrò degli esiti permanenti" Gli interessi non gli mancano. Dopo la bella sorpresa del successo editoriale del suo libro, “Il Vangelo Perduto”, poco prima del Covid che ha rappresentato come dice lui “l’ultimo brivido professionale di una carriera al tramonto a causa della promozione delle cure” non vede l'ora di iniziare il sequel "Il Vangelo Ritrovato".

E proprio di recente, i risultati del protocollo Covi a Casa,  ovvero delle cure domiciliari svoltesi nella zona Ovada, Alessandria, Acqui, sta confermando la sua validità. Da novembre 2020 a marzo 2021 sono stati presi in carico circa 40.000 pazienti, seguiti con il protocollo delle cure domiciliari che nei primi mesi dello scorso anno aveva dato i seguenti esiti: su 340 pazienti sintomatici, in età dai 20 ai 92 anni, i ricoveri furono 22 (6.4% del campione), con 9 deceduti (2.6%). Visto che la mortalità della provincia di Alessandria si attestava intorno al 17% (su tutti i pazienti con tampone positivo), l’esito di Covi a Casa si può considerare di assoluta rilevanza.