Coronavirus
Lockdown, vertice governo-regioni. "Covid hotel in ogni provincia"
Boccia-Arcuri al lavoro per ridurre la pressione sugli ospedali. Stretta in tutto il Nord-Est fino a ieri zona gialla
"Bisogna attivarsi immediatamente, d'accordo con le Regioni e i Comuni, per mettere a disposizione il più alto numero possibile di Covid Hotel che serviranno a ridurre la pressione sui reparti ospedalieri e a curare i contagiati senza sintomi gravi che hanno difficoltà a restare in isolamento domiciliare", secondo quanto si apprende, il ministro Francesco Boccia avrebbe dato mandato al commissario straordinario, Domenico Arcuri, di gestire dal punto di vista logistico l'attivazione dei Covid Hotel. La discussione in corso fra governo e regioni tocca anche la possibilità di ricorrere al lockdown come estrema ratio.
Intanto il ministro della Salute Roberto Speranza ha informato i capi delegazione della maggioranza, in un veloce video collegamento, riguardo la situazione delle tre regioni che stanno decidendo misure più restrittive. Il confronto è in corso ma il ministero della Salute, con il via libera di tutto il governo, darebbe l'ok alle regioni orientate ad una nuova stretta, ovvero Friuli-Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna. Tutto il Nord-Est in pratica fa un passo avanti rispetto alla fascia di appartenenza, quella gialla, che le individua come le regioni, in base ai 21 partametri del sistema messo in campo, ancora in grado di controllare l'epidemia. "Oggi in Veneto ci sarà un'ordinanza per misure restrittive, concordate anche con l'Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia. Non è vero che le Regioni non possono gestire questa partita: la verità è che il governo ha fatto questa scelta del dpcm per qualche aspetto anche discutibile”, ha annunciato nel il presidente veneto Luca Zaia.
In Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha chiesto "attenzione" nei comportamenti, ritenendoli fondamentali, "anche se capisco che non è naturale, e comporta dei sacrifici, portare obbligatoriamente la mascherina o mantenere il distanziamento". Una scelta "necessario per salvaguardare la salute, l'economia ed il lavoro", ha sottolineato il presidente Fedriga, illustrando l'ordinanza anti assembramenti. "L'ordinanza - ha spiegato - prevede l'obbligo sempre della mascherina, quando si esce dalla propria abitazione se non sotto i 6 anni, con patologie o se da solo o con conviventi su mezzi privati".
Quanto all'Emilia Romagna, scatta l'obbligo di indossare sempre la mascherina, fin dal momento in cui si esce di casa. Nei giorni prefestivi e festivi chiuse le medie e grandi aree di vendita, compresi tutti i complessi commerciali, con l'aggiunta, nei festivi, dello stop ad ogni attivita' di vendita, anche gli esercizi di vicinato. Farmacie, parafarmacie, generi alimentari, tabaccherie ed edicole sono le uniche eccezioni previste, e rimangono aperti gli esercizi di ristorazione pur nei limiti previsti dal Dpcm in vigore: l'ordinanza firmata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, sarà valida da sabato 14 novembre e fino al 3 dicembre.
"Da ieri sera abbiamo superato in Italia il milione di contagiati, oggi per la precisione sono 1.660.401, un italiano su 6 e' stato colpito dalla pandemia, una enormita', eppure la curva dei contagi sembra iniziare a raffreddarsi ma bisogna avere occhi onesti, mente libera e un po' di pazienza". Lo ha detto Domenico Arcuri, commissario per l'emergenza Covid-19 facendo il punto sulle attivita' per il contrasto e il contenimento dell'epidemia. "Questo grazie ai provvedimenti del Governo e ai comportamenti virtuosi della maggioranza degli italiani - ha continuato Arcuri - maggioranza che va ringraziata perche' sta dimostrando alto senso di responsabilita'. A questa maggioranza va richiesto che questi comportamenti vanno mantenuti e se possibile rafforzati perche' non e' arrivato momento di abbassare la guardia perche' il virus circola purtroppo ancora tra noi".
"Confidiamo di poter vaccinare i primi italiani alla fine di gennaio, un milione e 700mila nostri concittadini". Cosi', Arcuri, secondo il quale "il vaccino sara' disponibile non da domani ne' da subito per tutti". Il commissario ha spiegato che "gli italiani verranno vaccinati in funzione della loro fragilita' e della loro potenziale esposizione al virus. Le persone che lavorano negli ospedali saranno tra le prime a cui bisogna somministrare i vaccini cosi' come le persone piu' anziane e che sono piu' fragili dovranno arrivare prima di quelle piu' giovani". In precedenza, Arcuri aveva osservato che e' in atto un "raffreddamento" della curva del contagio: "Ci sono Regioni dove si avvertono i primi segni di raffreddamento dell'epidemia e altre dove la situazione resta critica e bisogna intervenire ancora per contribuire a raffreddare la crescita dei focolai", ma a suo giudizio "servono misure non uniformi come quelle che sono state introdotte".