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Da Conegliano a Valdobbiadene la strada del prosecco: itinerari per buongustai

di Franca D.Scotti

Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, Patrimonio Unesco, invitano a scoprire un territorio vocato a enogastronomia e cultura di alta qualità

Gli intenditori le riconoscono bene. Differenti da quelle delle Langhe, da quelle toscane e trentine, le colline del Trevigiano sono ripide, coniche, terrazzate. La loro forma plasmata da un lavoro paziente di secoli rende molto difficile la meccanizzazione durante la vendemmia. Così i grappoli preziosi vengono raccolti a mano ad uno ad uno nella prima fase di quella precisa lavorazione che dà origine al famoso Prosecco DOCG.

Nelle colline che si stendono da Conegliano a Valdobbiadene,  a soli 50 km dal mare Adriatico e da Venezia, in un triangolo ideale chiuso a sud dai bianchi ghiaioni del Piave, si snoda per 42 km la Strada del Prosecco.

Una via storica perché è la prima strada del vino italiana, creata nel 1966 su ispirazione della Deutsche Weinstrasse tra il Reno e la Mosella.

Una Strada dedicata al “divino” Prosecco, che nel 2010 ha ottenuto la Docg Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, un riconoscimento  che   colloca questo vino tra i maggiori d’Italia, identificato non solo nel suo vitigno, ma anche in un preciso territorio, tutelato dall’omonimo  Consorzio.

Con la nuova DOCG il territorio é diventato così il patrimonio più importante e prezioso, insostituibile per raggiungere una precisa qualità, garanzia assoluta per il mercato e il consumatore, che ha ottenuto nel 2019  il riconoscimento di Patrimonio Unesco.

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Arte e paesaggio si fondono qui, come nelle opere di Giorgione, Tiziano, Veronese, Cima, Palladio, Canova, panorami e borghi ancora oggi si riconoscono negli sfondi dei quadri, territori fermati nel tempo.

Piccoli gioielli fanno sognare storie passate: di monaci benedettini, di patrizi veneziani, di condottieri e castellani.

Nell’abbazia di Follina, che oggi è uno dei Borghi più Belli d’Italia e CittàSlow, il silenzio del chiostro di impianto fortemente simbolico invita alla meditazione e alla preghiera, secondo le intenzioni dei monaci inviati nel 1140 da San Bernardo. Mentre l’antica statua della Madonna, oggetto di profonda venerazione, parla addirittura di culture orientali. Non è improbabile che qui Dante Alighieri, ospite della nobile famiglia dei da Camino di Treviso, abbia trovato ispirazione per gli ultimi tre canti del Paradiso.

E la laboriosità dei  monaci cistercensi, che avviarono qui, per l’abbondanza di acque,  una fiorente produzione di Panni Lana, vive ancora nella produzione di altissima qualità del Lanificio Paoletti, un’azienda attiva dal 1795, fornitore di tante famose maison di moda italiane e straniere.

L'antica Abbazia benedettina di Santa Bona di Vidor, invece, attualmente di proprietà privata, offre uno splendido affaccio sul Piave, mostrando l’importanza della posizione per i traffici e il commercio in una terra che é sempre stata ambita e attraversata da popoli in pace  e in guerra. 

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Il famoso Molinetto della Croda di Refrontolo è un  romanticissimo angolo di  paesaggio  e di architettura rurale del XVII sec, dove ancora si produce la farina Biancoperla, Presidio Slow Food.

A Cison di Valmarino, uno dei Borghi più Belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e a Pieve di Soligo,  dominavano i Brandolini, infeudati dalla Repubblica di Venezia con case, castelli e mille  ricche proprietà coltivate da mezzadri.

Qui la storia ha visto sempre  grande amore e dedizione alla terra, strappata alle paludi dalla tenacia dei monaci, coltivata pazientemente e faticosamente, valorizzata infine con i metodi moderni che hanno dato i loro frutti ricchissimi.

 Il Prosecco é il tesoro più famoso di questa terra, un  vero fenomeno mondiale dagli Stati Uniti alla Cina, dall’Inghilterra alla Russia, che ha conquistato i mercati con numeri da capogiro: sono state  92.000.000  le bottiglie di Prosecco Superiore DOCG vendute nel 2020.

Ma il triangolo d’oro tra Valdobbiadene,  Conegliano e Vittorio Veneto offre anche tanti altri piccoli gioielli: produzioni di nicchia, frutto anche queste di passione e tenacia, che meritano di essere scoperte.

Anche queste sono  piccole tappe da sperimentare  in un  itinerario turistico per intenditori. Può essere l’Antico Forno a legna Vanzin di Valdobbiadene, dove si producono ogni giorno pani,  focacce e biscotti caserecci tipici veneti, oppure la Torrefazione Spinetta, la torrefazione più piccola d’Italia,  che dal 1956 tosta artigianalmente i più pregiati caffè del mondo.

Oppure il caseificio latteria Curto di Miane, di una famiglia intera dedita alla filiera completa del formaggio, dall’allevamento delle mucche in Malga a 1200 metri,  alla produzione di  formaggi speciali come quello al fieno di montagna, il Montasio Dop d'alpeggio,  il morlacco e la nuovissima caciotta al Prosecco. Ma c’è anche il personaggio che ha vinto una coppa internazionale: è Massimo Carnio  della Pasticceria Villa dei Cedri di Valdobbiadene,  campione di cioccolateria 2015,  creatore del bellissimo dolce Made in Italy, ideato durante il lockdown come omaggio  al tricolore.

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In una  terra benedetta dalla natura e dal lavoro degli uomini, non può mancare la ristorazione eccellente che va dall’agriturismo al ristorante stellato con splendide terrazze sulle colline vitate.

Tutti tendono a valorizzare sia gli ingredienti che le tradizioni gastronomiche  del territorio.

Alcuni esempi: il  Ristorante “Trattoria alla Cima”, nel cuore della zona di produzione del Valdobbiadene Docg, di Isidoro Rebuli, con una vista impareggiabile, su vigne e campi fino ai Colli Asolani:  il Ristorante Andreetta a Rolle frazione di Cison di Valmarino,  con una proposta culinaria tipica e ricca dei sapori locali, e una carta di oltre 350 etichette; il Ristorante Ca’ del Poggio di San Pietro di Feletto, specializzato in pesce, di lunga e ricca sapienza gastronomica; l’Agriturismo Al Cartizze di Bepi Boret con azienda agricola produttrice di diverse declinazioni di vino Prosecco Docg.

Dovunque un  servizio accurato e accogliente, sia in sala che  in cantina. Perché una delle esperienze da non perdere sarà la visita  alle cantine, ad esempio la Colesel, in piena zona Cartizze, per shopping e degustazioni.

Anche l’ospitalità corrisponde a questi canoni, offrendo spesso soluzioni di B&B e hotel diffusi, che permettono di scoprire nella sua autenticità un territorio a misura d’uomo.

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Una scia da percorrere è anche quella sulle tracce dei personaggi famosi legati a queste terre.

Come il grande Andrea Zanzotto di Pieve di Soligo,  tra i più significativi poeti italiani  della seconda metà del Novecento, a cui, per il centenario della nascita, è dedicato “Zanzotto 100”, un ricco programma di racconti, reading, maratone letterarie,  itinerari ciclopedonali sulle tracce della sua poesia e della sua vita.

Oppure il librettista di Mozart Lorenzo da Ponte,  a cui  Vittorio Veneto dedica fino al 30 settembre la  bella mostra “Sulle Orme di Lorenzo Da Ponte” a cura di Giampaolo Zagonel presso Palazzo Minucci De Carlo.