Costume
Fare turismo, come orientare e formare i giovani per l'industria turistica
A Roma l'edizione 2020 della rassegna sulla formazione post diploma e sulle competenze emergenti, fino ai colloqui di selezione presso aziende del settore
Ritorna FareTurismo in tutte le sue declinazioni. Ideato e organizzato dalla Leader srl di Ugo Picarelli e giunto al 22° appuntamento, rappresenta una preziosa opportunità per i giovani che progettano il proprio futuro professionale in questo straordinario mondo e per gli addetti ai lavori che desiderano aggiornarsi e confrontarsi.
Ricco il programma dell’edizione 2020, presso l’Università Europea di Roma da mercoledì 11 a venerdì 13 marzo. La kermesse spazia dall’orientamento sulla formazione post diploma alla presentazione delle competenze emergenti e delle figure professionali con la partecipazione di manager dell’industria turistica e della ristorazione; dai colloqui di orientamento universitario e al lavoro agli incontri domanda-offerta lavoro attraverso colloqui di selezione con i responsabili delle risorse umane delle imprese turistiche. E ancora, presentazione delle startup nel turismo; seminari di aggiornamento a cura delle organizzazioni di categoria e delle associazioni professionali; incontri con le agenzie per il lavoro e web di recruiting.
I numeri dell’ultima edizione nel 2019
Tremila visitatori; 28 espositori; 1.200 colloqui di selezione per 50 figure professionali ricercate in tutta Italia e anche all’estero da 25 primarie aziende turistiche; dieci tra conferenze e seminari di aggiornamento professionale; tre giorni di colloqui psico-attitudinali con l’Università Europea di Roma; oltre 50 tra Istituti professionali dei servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità alberghiera, tecnici del Turismo e commerciali con indirizzo turistico con 1.900 studenti e cento docenti provenienti da Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Marche, Puglia, Toscana, Umbria.
Le proposte di FareTurismo al Governo
• l’industria turistica ha un grosso potenziale ed è trainante per l’occupazione giovanile (giovani oltre il 50%), Bel Paese con 55 siti Unesco, tutte ottime considerazioni che rimangono luogo comune;
• spendibilità delle lauree in turismo nei bandi pubblici regionali e nazionali;
• incremento degli Its dedicati al turismo, attualmente ben pochi;
• superare i limiti della Scuola Secondaria Superiore, dove gli Istituti Professionali e i Tecnici non riescono a completare la preparazione degli studenti soprattutto per quelli che non scelgono l’Università: gli ITS possono essere una naturale prosecuzione in linea con i percorsi didattici, ovvero una specializzazione;
• decontribuzione per le aziende che intendano continuare l’attività in bassa stagione e confermare la forza lavoro al termine dei sei mesi dei contratti stagionali;
• comitati di indirizzo obbligatori negli Istituti professionali e nei Corsi di laurea e costituiti dai rappresentanti delle organizzazioni datoriali, dalle aziende di eccellenza del territorio, dagli assessorati di competenza degli enti locali.
I numeri del turismo in Italia
Il turismo in Italia continua a rivestire un ruolo fondamentale per l’occupazione e di conseguenza l’economia: il settore, infatti, da lavoro a 4,2 milioni di persone e il nostro è il Paese europeo in cui le attività turistiche generano il maggior numero di posti. È quanto mette in evidenza il report di Eurostat “Tourism Satellite Accounts in Europe”, che nell’edizione 2019 sottolinea come il turismo abbia generato complessivamente 16,5 milioni di posti di lavoro in 15 Paesi dell’Unione Europea.
Secondo il 53° Rapporto Censis sulla situazione sociale italiana, tra il 2017 e il 2018 il contributo diretto del settore turistico al Pil è aumentato dell’1,9%, con un valore economico di poco meno di 96 miliardi di euro. Considerando anche gli impatti indiretti e indotti (investimenti del settore, spesa pubblica per promozione, marketing, servizi di sicurezza e sanitari, spesa diretta e indiretta del personale dedicato alle attività di viaggio e turismo), il valore economico del turismo in Italia, in costante crescita, contribuisce al 13% del Pil del Paese. Secondo le proiezioni a dieci anni, continuando con un tasso di crescita medio annuo dell’1,9%, nel 2028 il contributo diretto e indiretto del settore turistico potrebbe raggiungere i 267 miliardi di euro.
Non mancano le opportunità lavorative offerte dal settore turistico, ma occorre formarsi e aggiornarsi in maniera adeguata per coglierle e restare sempre appetibili sul mercato del lavoro.
Nei prossimi anni il 68% della forza lavoro impiegata nel turismo avrà bisogno di riqualificazione. Una sfida particolarmente impegnativa per un settore che ha un’incidenza sull’occupazione totale del 14,9%. Ma considerevole è anche il gap tra le esigenze aziendali e quello che il mercato offre: solo il 6% delle imprese dichiara di riuscire a trovare senza difficoltà le figure professionali che ricerca, a fronte di un 76% che sostiene che le competenze sono reperibili, ma solo in parte (dati Iulm).
Tra le figure più richieste spiccano quelle specifiche per le aree food&beverage, digital marketing, revenue management, housekeeping, wellness.