Costume
Forbici, matite e Mac: qui nascono gli stilisti del futuro
Le aule dell’Istituto Marangoni sono una sartoria 2.0. Ci sono le macchine da cucire, i bozzetti cartacei, gli scampoli di stoffa accanto ai Mac, agli smartphone e alle macchine fotografiche digitali. Gli studenti imparano così a essere stilisti degli Anni Duemila. Ragazzi da tutto il mondo, tra cui moltissimi cinesi, sono alle prese coi loro modelli. Oggi come ieri la capacità di disegnare a mano è ancora uno dei requisiti essenziali. Qualcuno sta anche pensando alla sua prima collezione. Perché ogni anno, al termine del corso di studi, venti progetti creativi vengono selezionati per sfilare in passerella nel famoso Fashion Show dell'Istituto.
Affaritaliani.it ha visitato la School of Fashion di Milano, sede storica, nonché principale, del Gruppo Marangoni. E' in via Verri, nel cuore del Quadrilatero della moda. Qui ogni anno studiano oltre 1.800 ragazzi, tra long course e short course, su un totale di oltre 4.000 studenti l’anno per l'intero Gruppo. Le altre quattro sedi sono situate tutte nelle capitali internazionali della moda, del design e del lusso: a Milano c’è anche la School of Design, che conta 300 studenti, poi ci sono la scuola di Parigi (400), Londra (800) e Shanghai (350). Presto l'apertura di due nuove sedi: Firenze e e Shenzen, in Cina (L'INTERVISTA A ROBERTO RICCIO, GROUP MANAGING DIRECTOR).
“La composizione dei nostri studenti è fortemente internazionale: il 65% di loro proviene da oltre 100 nazioni - spiega ad Affari la direttrice della School of Fashion di Milano, Barbara Toscano -. Ma l’identità italiana resta il cuore della scuola, dai contenuti dei programmi didattici allo sviluppo della creatività. Made in Italy è artigianalità, saper fare, ma anche avere attenzione per la qualità delle materie prime, l’esclusività, il dettaglio”.
“Italianness”. Italianità. Così viene definito l’inconfondibile imprinting che ha reso il nostro paese famoso nel mondo. Non a caso l’Istituto si trova nel crocevia delle strade di moda più importanti: via Montenapoleone, via Sant’Andrea, via della Spiga. Gli studenti possono “respirare” il lusso in ogni momento: ogni passeggiata diventa un’occasione buona per studiarlo, osservare come si rappresenta, capire come si vende.
L’attenzione al mercato è diventata sempre più importante col passare dei decenni. "Oggi la moda è fatta da tante diverse competenze, che non si limitano più soltanto a gestire la sfera creativa - prosegue Toscano -: anche al designer è richiesto di avere una visione globale del processo di creazione di valore attorno alla collezione". Così i cento insegnanti dell'Istituto, che sono tutti professionisti dell’area fashion, design e arte, portano in classe una formazione rigorosa, basata sul modus operandi proprio del contesto aziendale. "Bisogna avere competenze di management, capacità critica di analisi dei mercati globali, conoscenza del sistema produttivo, competenze di marketing e capacità di gestire la comunicazione con vecchi e nuovi strumenti. E’ inoltre fondamentale avere capacità di lavorare in gruppo e doti di leadership: puntiamo molto sulle soft skill, facendo anche intervenire un coach, per permettere a questi ragazzi di entrare nel mondo del lavoro come dei veri professionisti, con competenza e determinazione".
Un esempio da seguire, secondo Barabra Toscano, è Giorgio Armani: "Lo stimo molto. Dimostra che si può continuare ad essere innovativi, con un’estrema attenzione alla qualità, e contemporaneamente dialogare con le richieste dei mercati globali”. Mercati che sono in continua evoluzione: "Se da un lato i brand si ribellano all’incessante richiesta di stimoli creativi e riducono il numero annuale di sfilate, dal lato totalmente contrapposto il fast fashion invece impone al lusso una continua innovazione e piccole capsule collection in maniera continuativa tutto l’anno".
Una volta fatto entrati nel mondo del lavoro, allora, emergeranno gli studenti che sapranno meglio interpretare le dinamiche e i gusti del mercato. Qualcuno sarà assunto nei team creativi delle griffe, qualcun altro aprirà un proprio brand. E qualcuno entrerà magari nella storia della moda, come è già successo per Domenico Dolce (Dolce & Gabbana) e Franco Moschino, entrambi con formazione Marangoni. Ma l'elenco degli ex studenti famosi o in ascesa non finisce qui: hanno frequentato la scuola di via Verri anche Alessandro Sartori, nuovo direttore artistico di Zegna, Alessandra Facchinetti, direttore creativo di Tod's, Rudy Paglialunga, stilista di Jil Sander, Paula Cademartori, creatrice di borse e scarpe che portano il suo nome, indossate dalle celebrities di tutto il mondo, e Bianca Gervasio, giovane creative director della maison Fragiacomo, scelta da Noemi per i suoi look al Festival di Sanrem 2016.
Sono tre gli indirizzi che Istituto Marangoni di Milano propone ai suoi studenti: design, ovvero il core business, pensato per chi vuole diventare stilista, business, più centrato sull’aspetto manageriale, e styling, per hi vuole specializzarsi in fotografia e rappresentazione della moda. Istituto Marangoni Open Day: 4 giorni di formazione e seminari aperti a tutti |