Costume
Archeologia, paesaggio e gastronomia. I Campi Flegrei si promuovono con Malazè
E' il territorio che comprende l'area occidentale vulcanica di Napoli, Pozzuoli, il lago d'Averno, Bacoli, Quarto, l'isola di Procida e Monte di Procida.
Malazè è il nome di origine araba con il significato di magazzino. Per i pescatori puteolani e dei Campi Flegrei è il termine che indica il luogo dove i pescatori conservavano le reti dopo la pesca. Oggi quei locali sono trasformati in botteghe delle eccellenze gastronomiche del territorio. Malazè è anche l’evento che dal 14 al 24 settembre individua sei itinerari che aiuteranno turisti ed enogastronauti ad apprezzare, insieme al vino e al cibo, l’enorme patrimonio storico, archeologico e naturalistico dell’area Flegrea che comprende la parte occidentale di Napoli (Bagnoli, Fuorigrotta, Agnano, Astroni), Pozzuoli (Rione Terra, Solfatara, centro storico, Campiglione, Montespina), lago d’Averno con il Monte Nuovo e poi Bacoli, Baia, Miseno, Quarto, Monte di Procida e l’isola di Procida. Una terra unica che racchiude laghi, siti archeologici, terme, mare, vulcani che si estendono in un incantevole paesaggio modulato da crateri spenti e colline vulcaniche attive, come la Solfatara a Pozzuoli. Luoghi che sembrano fatati, dove sembra che il tempo si sia fermato. Un territorio che immerge il viaggiatore in un’atmosfera suggestiva dove l’aria profuma di storia. Il Castello Aragonese a Baia, oggi Museo archeologico dei Campi Flegrei, racchiude in circa cinquanta sale sculture, iscrizioni, terrecotte figurate, manufatti in metallo e vetro, monete ed oreficerie provenienti dalle antiche città di Cuma, Puteoli, Baiae, Misenum e Liternum. La Piscina Mirabilis a Bacoli (l’appellativo è del Petrarca per la sua grandiosità e bellezza) è la più grande cisterna di acqua potabile costruita in età augustea nel tufo della collina prospiciente il porto di Miseno, che si regge su 48 pilastri reticolati di tufo ad otto metri sul livello del mare. La necropoli di Cappella con colombari, mausolei e agglomerati sepolcrali del I° secolo d.C. La Solfatara, uno dei quaranta vulcani dei Campi Flegrei, descritta da Strabone come la dimora del dio Vulcano, tappa obbligata del Grand Tour. Malazè punta a far conoscere queste meraviglie, a creare reddito per le popolazioni e un nuovo tipo di turismo lento, legandolo ai piaceri della terra e del mare. “Malazè è un laboratorio diffuso d’innovazione territoriale dove si sperimentano e si attivano nuovi percorsi di sviluppo a base creativa e culturale, un evento collettivo che cresce di anno in anno con il solo coinvolgimento del tessuto culturale e imprenditoriale locale con lo scopo di promuovere economia sul territorio, sostenibilità e il fare impresa”, spiega Rosario Mattera, ideatore della rassegna. “Quando pensammo a Malazè come una sorta di grand tour attraverso il cratere del gusto nel territorio Flegreo, lo concepimmo come un progetto in progress. Oggi è diventato un grande contenitore di iniziative e progetti rivolto a dare un nuovo volto al territorio, contribuendo a disegnare un diverso modello di sviluppo facendo leva sugli attrattori del gusto, della cultura e della storia. La formula di Malazè mette insieme queste ricchezze promuovendole a misura di turista. Combina enogastronomia e archeologia, cultura e territorio, con un ventaglio di proposte per grandi e più piccoli: è possibile effettuare escursioni in barca e in bicicletta, tour guidati tra le vigne (al Rione Terra è previsto il salone vitivinicolo nazionale del piede franco, ossia il vino ottenuto dalle viti sopravvissute nel 1800 alla philloxera, l’insetto che distrusse tutti i vigneti in Europa) e nei musei, incontri in notturna per osservare le stelle, performance teatrali e cene a tema. Ed è possibile praticare un turismo esperienziale per vivere una vacanza del tutto nuova, al contatto diretto con la natura e gli stili di vita degli abitanti scegliendo tra i diversi pacchetti soggiorno creati ad hoc dagli operatori turistici e dalle associazioni locali.