Costume
Charlotte Casiraghi si sposa e sceglie la musica italiana dei “The Portofinos”
“The Portofinos”, la musica di Alessandro Ristori al matrimonio di Charlotte Casiraghi a Montecarlo
Inarrestabile il successo della band italiana. Per Pasqua in Versilia, al Twiga. Il 1° giugno al matrimonio di Charlotte Casiraghi, figlia della principessa Carolina di Monaco
di Andrea Cianferoni
Un successo che non si arresta. Da quando Alessandro Ristori ha ufficializzato la sua partecipazione come cantante al matrimonio della figlia della principessa Carolina di Monaco con il produttore cinematografico francese Dimitri Rassam, figlio a sua volta della nota attrice francese Carole Bouquet, il telefono è incandescente: tutti vogliono avere informazioni sul matrimonio dell’anno nel paradiso della Costa Azzurra. Il fondatore dei “The Portofinos”, il gruppo che si ispira all’epoca d’oro della canzone italiana, ma non solo, visto il vastissimo repertorio Rock'n Roll degli anni '50 e 60 americano, fa rivivere lo stile e l’eleganza degli anni della Dolce Vita. Ristori ci risponde, gentile e disponibile come sempre , mentre fa le valigie per Forte dei Marmi, in occasione dell’apertura pasquale del Twiga di Marina di Pietrasanta, nel corso della quale domenica 21 aprile verrà festeggiato il compleanno di Dimitri, il compagno di Daniela Santanchè, e rilascia un’intervista ad Affaritaliani sui progetti futuri, facendo anche un bilancio del passato.
Montecarlo è ormai la vostra seconda casa, dove suonate tutti i giovedì al Twiga di Flavio Briatore, ma il vostro cuore rimane pur sempre in Italia
Si, certo, siamo molto affezionati al nostro Paese, anche perché dobbiamo il nostro successo proprio all’Italia e all’italianità degli anni del Dopoguerra delle nostre canzoni. Quando riesci a portare l’Italia anche fuori dei confini nazionali, ti rendi conto di quanto sia amato il nostro Paese. Tutto questo è impagabile.
E la vita a Montecarlo come va?
Ho un’affezione particolare per Montecarlo. Ho iniziato a suonare quattro anni fa al Bar Americain dell’Hotel de Paris facendo tre stagioni. Ho un buon rapporto con Flavio Briatore, che ci ha voluto per le serate del giovedì. Un mese fa, per la prima volta, abbiamo suonato per il ballo della Rosa di Monaco, che apre la stagione estiva del principato. Un grande successo. Charlotte Casiraghi mi ha contattato per suonare in occasione del suo matrimonio con Dimitri Rassam, figlio di Carole Bouquet, il 1 giugno a palazzo Grimaldi.
Le hanno chiesto delle canzoni particolari?
Quando li ho incontrati, sia Charlotte che Dimitri, sono stati molto gentili e si sono affidati al mio repertorio musicale anche se poi so benissimo che mi chiederanno qualche pezzo a cui sono particolarmente affezionati.
Lei ha riscoperto la musica e lo stile del Dopoguerra, dagli anni 50 ai 70, l’epoca migliore del nostro Paese
Si, un’epoca indimenticabile. Io purtroppo non ho fatto in tempo a viverla, avendo appena compiuto 40 anni a febbraio, ma ho assimilato tutto quello che potevo con filmati, canzoni e ricerche personali su quell’epoca storica. Dalle canzoni dei cantautori italiani classici come Fred Buongusto, Bruno Martino, Adriano Celentano, al mito americano di Elvis Presley. Fin da piccolo ero così, come mi vedete adesso, sono solo cresciuto; ridendo e scherzando ho alle mie spalle 20 anni di carriera artistica iniziata nella mia città natale, Faenza.
Come ha festeggiato i 40 anni?
Ho fatto 40 anni a febbraio ma ancora non ho avuto, per fortuna, il tempo di festeggiare, perché siamo sempre in giro per concerti. Penso che farò come ha fatto il Principe Alberto di Monaco, per il quale ho suonato in occasione dei 60 anni, che ha compiuto gli anni il 14 marzo, ma ha festeggiato ad agosto. Ho detto, tra me e me: se ha festeggiato in ritardo lui, che è il Principe di Monaco, posso prenderlo ad esempio pure io.
Chi cura il vostro look? Gli iconici pantaloni a campana degli anni 70?
Per quanto mi riguarda, ho un personale rapporto di amicizia con Marco Bizzarri, Ceo di Gucci. Posso dire che il mio è un total look Gucci, dalla testa ai piedi. Un brand che rappresenta il meglio dell’eccellenza di stile e di comfort.
Si parla molto di Made in italy, che però spesso non è più in mano italiane.
Perché probabilmente nel passato era necessario reperire delle risorse finanziarie all’estero e molti sono finiti in mani straniere, ma le posso assicurare che tutti questi brand del Made in Italy, hanno quasi sempre manager e designer italiani, che sono i numeri uno al mondo. Senza la creatività italiana non si va da nessuna parte. Appena una settimana fa mi trovavo all’inaugurazione di Eataly alla galleria Lafayette di Parigi ed è stata una grande promozione dei prodotti italiani. Oscar Farinetti è riuscito, con la sua formula, a proporre in giro per il mondo il brand Italia al suo massimo livello enogastronomico. Prodotti di alta qualità che altrimenti sarebbero difficilmente reperibili al di fuori del nostro Paese, soprattutto in Francia dove la concorrenza è fortissima.
Che cosa si augura per il futuro?
Per questo 2019 di riuscire a trovare il tempo per festeggiare il mio quarantesimo compleanno!