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Covid-19: "Bisogna tenere alta la guardia e vaccinarsi contro l'influenza"

Lorenzo Zacchetti

Gli interventi di Giovanni Rezza e Pierluigi Viale al Festival della Scienza Medica di Bologna

“Sappiamo quanto il lockdown abbia pesato sull’economia del Paese e dei singoli e siamo consci delle ricadute psicologiche, ma la verità è che a compromettere l’economia è il virus, non il lockdown. Lo abbiamo visto con le riaperture delle attività ricreative, che hanno determinato ad esempio i focolai di quest’estate in una regione come la Sardegna che era rimasta pressoché immune dai contagi”.

"Nel corso di questi mesi abbiamo migliorato gli approcci terapeutici alla malattia e siamo in grado di prevenire le manifestazioni più gravi, come la formazione di coaguli nei vasi polmonari. Così come abbiamo imparato l’importanza del distanziamento fisico, che riduce la probabilità di infezione, e l’importanza dell’uso delle mascherine che abbatte del 70-80% la possibilità di essere contagiati”, così Giovanni Rezza, Direttore Generale del Dipartimento Prevenzione presso il Ministero della Salute, ha aperto la seconda giornata del Festival della Scienza Medica di Bologna, in programma – per la prima volta interamente on line – fino al prossimo 17 ottobre.
 
Si è concentrata invece sugli aspetti clinici la relazione del Professor Pierluigi Viale, a capo del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna, che ha sottolineato il ruolo fondamentale che l’Italia ha avuto nel tracciare le basi della risposta mondiale al Covid-19, per resistere a quella che ha definito “una vera e propria invasione aliena” e come anche oggi il nostro Paese sia in prima linea su un tema che riguarda le conseguenze future della malattia.

Superata la fase d’allarme, rimane infatti il problema di capire quale sarà l’evoluzione a lungo termine di chi si è ammalato. Ci saranno danni che resteranno e si faranno sentire e vedere tra qualche anno? Uno degli ambiti di ricerca fondamentali è costruire coorti prospettiche di pazienti e seguirli per vedere se ci saranno tassi di mortalità più alti o per verificare se chi ha contratto il Covid si ammalerà più facilmente di altre patologie. Il finanziamento europeo più corposo è stato acquisito proprio da gruppi di ricerca italiani e, tra questi, da un gruppo di studio che mette insieme l’Università di Bologna e quella di Verona, che proprio pochi giorni fa hanno dato avvio ad uno studio sul quale la Comunità Europea ha fatto un grosso investimento.
 
“Eravamo in guerra - ha detto Viale – e abbiamo dovuto rinunciare alla medicina dell’evidenza e far riferimento alla medicina dell’intuizione, perché eravamo soli e senza conoscenze. Non c’erano i dati, non c’era letteratura. Oggi la situazione è cambiata: non è cambiato il virus e non è diventato meno potente, anzi, ma sono cambiate le conoscenze mediche e le armi che abbiamo a disposizione. A partire dai tamponi, che ci consentono di isolare i positivi, e che dobbiamo fare sempre più e sempre più nei tempi corretti”. 

Sul tema dei secondi tamponi Viale ha anche ipotizzato la possibilità di una nuova regolamentazione, spiegando che “veniamo da mesi in cui abbiamo tenuto in casa persone fino a che il tampone non risultava negativo, ma un test positivo non sempre è espressione di una malattia in atto, ma potrebbe essere dato dalla presenza di residui virali". 
 
"Non è più necessario tenere il paziente in isolamento per tempi prolungati fino a che non si negativizzano i test, quando sappiamo che dopo 12 giorni dall’insorgenza dei sintomi – nei 14 gg classici della quarantena – il paziente perde infettività. Adesso abbiamo ancora una regolamentazione che ci impone il doppio tampone per riammettere il paziente alla vita di comunità, ma contiamo sul fatto che presto queste nozioni entreranno a far parte della gestione corrente e non sarà più necessario isolare i pazienti per lungo tempo”.
 
Viale ha poi fatto il punto sullo stato dell’arte delle terapie: “Abbiamo assistito a tristi querelle mediatiche, come quella tra il governo degli Stati Uniti e l’OMS sulla clorochina, che sembrava il farmaco della speranza, ma contro il quale l’OMS ha assunto una posizione fortissima. Oggi la clorochina viene progressivamente riscoperta e le stesse riviste scientifiche che ne avevano messo in discussione ogni validità ora aprono spiragli. Il futuro – continua Viale - è quello degli anticorpi monoclonali o delle immunoglobuline iperimmuni. I ricercatori hanno trovato quale è la proteina che governa l’aggressività del virus e ora si sta lavorando sulla fase vaccinale e sulla costruzione di anticorpi monoclonali in grado di bloccarne l’attività”.
 
Nell’attesa del vaccino per il Covid però, ricorda Viale, c’è già un’arma potente a disposizione: la vaccinazione antinfluenzale. “Vaccinarsi significa creare una popolazione più forte, in attesa del vaccino anti Covid-19 – ha detto– oltre a non mettere sotto stress il sistema ospedaliero: quest’anno chi avrà febbre e tosse, dovrà fare un tampone e non solo mettersi a letto in attesa che passi.  Potremmo avere 8 milioni di malati di influenza e 4/5 milioni di sospetti Covid-19 che busseranno alle porte dei Pronto soccorso: la vaccinazione è fondamentale perché il sistema regga l’urto”.
 
In conclusione un appello alla coscienza civica collettiva: “Nei primi 100 giorni la gestione è stata nelle mani del personale medico. Nei prossimi 1000 giorni la gestione è nelle mani di tutti noi, è un affare di coscienza civile, di educazione civica: lavarsi le mani e indossare la mascherina è davvero fondamentale. Un positivo senza febbre che indossa la mascherina non infetta nessuno: se il senso civico entrerà nel Dna della vita di tutti i giorni probabilmente potremo convivere con SARS-CoV-2, in attesa del vaccino”.
 
La seconda giornata di Festival si è chiusa con l’incontro sulla prevenzione, diagnosi e cura delle apnee ostruttive del sonno, disturbo largamente sottodiagnosticato, in grado di compromettere la qualità e l’aspettativa di vita associandosi a diverse malattie, e che richiede per le sue caratteristiche un approccio multispecialistico per garantire un intervento terapeutico ottimale. All’incontro, moderato da Luigi Ferini Strambi, primario del Centro di Medicina del Sonno dell'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, hanno preso parte il Professor Giuseppe Plazzi, Direttore del Centro per lo Studio e la Cura dei Disturbi del Sonno dell’Università di Bologna, lo pneumologo Giuseppe Insalaco, la Dottoressa Francesca Milano, esperta in Ortodonzia e Disturbi Respiratori del Sonno, Claudio Vicini, Professore di Otorinolaringoiatria dell’Università di Bologna e, in rappresentanza della Regione Emilia-Romagna, Kyriakoula Petropulacos, Responsabile della Direzione Generale Cura della Persona, Salute e Welfare.
 
Gli eventi live accessibili da piattaforma saranno resi disponibili 24 ore dopo la messa in onda.
 
Il Festival torna live l’8 ottobre alle 17, mentre il 5, 6 e 7 ottobre sarà possibile rivedere i contributi di alcune delle più autorevoli voci intervenute nelle passate edizioni del Festival: Eric Kandel, Tim Hunt, Louis Ignarro e Robert Lefkowitz, disponibili on demand.


Il Festival è su www.bolognamedicina.it o su https://piattaformaventiventi.genusbononiae.it/