Cronache

Acea, le accuse di misoginia all’ad Palermo sono una ritorsione? Le novità

di Marco Scotti

Dopo la denuncia in forma anonima dello scorso gennaio, Repubblica ha intervistato una delle donne coinvolte. Ma molti passaggi non tornano

Acea, accuse choc di misoginia all’ad Palermo. Ma qualcosa non torna

L’amministratore delegato di Acea Fabrizio Palermo sarebbe una sorta di signorotto ottocentesco, con il campanello in mano che richiama le sue assistenti perché gli portino il pranzo. Almeno, questo è quanto viene ricostruito da Repubblica che ha sentito una voce anonima. Ma a quanto risulta ad Affaritaliani.it le cose sarebbero molto diverse. Intanto, gli avvocati della multitutility romana hanno inviato una durissima lettera alla testata del gruppo Gedi, smentendo l’intera ricostruzione.

Ma andiamo con ordine. Nella lettera anonima pubblicata si legge che l’ad "pretende di essere servito e riverito dalla mattina alla sera con modalità di asservimento da terzo mondo riguardo il rispetto delle donne, le quali vengono sminuite a semplici serve. Usa un campanello per chiamarci". E ancora, nel foglio dattiloscritto e non firmato "per paura di vendette che mi farebbero sicuramente perdere il posto di lavoro" – la donna si sarebbe rivolta proprio alla presidente Michaela Castelli per segnalare, in un italiano piuttosto incerto, "il comportamento del nuovo ad nei confronti delle hostess e dei dipendenti", a suo dire "viziato da razzismo maschilista".

Fonti accreditate riferiscono che nel 2022 è stata indetta una gara per l’assegnazione di un appalto da 21 milioni di euro, di durata biennale, per il servizio di security e hostess. Poco dopo il suo insediamento, l’amministratore delegato avrebbe “attenzionato” – come si suol dire in questi casi – l’intera procedura e, a fine dicembre, avrebbe fatto saltare la gara. Ora attenzione alle date: il 4 gennaio arriva la famosa lettera anonima in cui si riferiscono vessazioni da parte dello stesso Palermo nei confronti delle hostess.