Cronache
"La preda - Una storia vera". Racconto di ordinaria violenza
Affaritaliani pubblica il racconto della scrittrice Lucrezia Lerro in occasione della giornata contro la violenza sulle donne
Io e la mia amica Clara, sedute a chiacchierare del più e del meno su una panchina in piazza Piemonte a Milano, all’improvviso abbiamo visto cinque ragazzi scendere da una Renault Clio. In fretta si sono avvicinati a due ragazze. Uno dei cinque, afferrando le mani della più giovane, ha urlato: “Eccola la nostra nuova preda. Sei una puttana, vero? Sali in macchina, ti devo trascinare con la forza?” La ragazza non ha reagito agli insulti, è rimasta immobile nella penombra della pensilina alla fermata dell’autobus. Stritolata dall’attesa di essere risparmiata dalle parole del bullo. I compari alle spalle dello scugnizzo ridevano a crepapelle, lo spronavano a continuare.
“Falla salire in macchina ‘sta stronza!” Io e Clara eravamo pronte ad intervenire, ma la paura ha immobilizzato anche noi. La mia amica ha tentato di memorizzare la targa dell’automobile, ma non ci è riuscita per via del buio che alle sette di sera aveva già riempito ogni spazio. In un millesimo di secondo ho immaginato il peggio per tutte noi. Poi fortunatamente è arrivato l’autobus ed è scesa un po’ di gente. I cinque sono risaliti in macchina, e via per la città forse a cercare altre prede.
Una volta a casa ho ripensato all’accaduto e agli effetti dell’inconsapevolezza maschile, che credo abbia sempre gli stessi risultati: dolore, dipendenza, confusione, violenza e distruzione. Spesso l’odio per le donne è uno dei principali effetti dell’impotenza maschile, della ferocia mista alla stupidità e alle problematiche psicologiche irrisolte, all’ossessione di avere il controllo sul corpo femminile, sulle parole delle donne. Ma questo, al di là di tutto il male patito dalle donne, è il tempo della consapevolezza femminile. Noi tutte desideriamo combattere per vincere sulla ferocia e sul machismo. Per riportare la bellezza delle donne nello splendore dell’indipendenza, perché ognuna di noi è più libera di quanto possa pensare.
L'AUTRICE
Lucrezia Lerro (6 luglio 1977) è una scrittrice e poetessa italiana. Laureata in Scienze dell'educazione e in Psicologia, alcune sue poesie sono state pubblicate sulle riviste Poesia (2001-2003), Palomar (2003), Nuovi Argomenti, Nuovissima poesia italiana (Oscar Mondadori) e L'Almanacco dello specchio (Mondadori). Per la rivista "Panta", Bompiani 2008, scrive "I fiori avrebbero potuto durare". Per il film Il pianto della statua, regia di Elisabetta Sgarbi, scrive La prima notte della madre dopo la morte del figlio.
Il primo romanzo Certi giorni sono felice, 2005 viene selezionato tra i finalisti del Premio Strega e riedito da Bompiani nel 2008. Pubblica i romanzi Il rimedio perfetto, 2007; La più bella del mondo, 2008 (Premio Fondazione Carical Grinzane Cavour); "La bambina che disegnava cuori", 2010; Sul fondo del mare c'è una vita leggera, 2012, tutti per Bompiani. Ha pubblicato per Mondadori 2013; La confraternita delle puttane, e il suo ultimo romanzo è Il sangue matto, Mondadori, 2015: il suo ultimo libro di poesie è Il corollario della felicità, Stampa2009, 2014. Per la collana "vite esagerate" ha scritto Il contagio dell'amore, San Paolo, 2016: La giravolta delle libellule, per La nave di Teseo (2017).