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Cronache
Alberto Genovese torna in carcere. Ecco chi è l'ex imprenditore digitale
Alberto Genovese

L'ex imprenditore Alberto Genovese torna in carcere dopo un periodo di disintossicazione in una comunità di recupero

La Procura ha valutato che i reati per cui Alberto Genovese è stato condannato, cioè violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo (in concorso con l’ex fidanzata), sono ostativi alla concessione della detenzione domiciliare che stava scontando in una clinica per disintossicarsi dalla cocaina.

Questa è la motivazione principale del provvedimento della Procura:  l’ex imprenditore è stato condannato a 6 anni e 11 mesi per aver drogato e violentato due modelle nel 2020, la prima nella residenza Villa Lolita a Ibiza, in concorso con l'ex fidanzata, e l'altra nel suo attico di Milano, Terrazza Sentimento.

Ora la difesa di Genovese può fare due cose: ricorrere contro il provvedimento della Procura davanti al giudice dell’esecuzione che ha emesso la sentenza; oppure rivolgersi al Tribunale di Sorveglianza per chiedere che venga concessa una misura alternativa al carcere, ossia che possa tornare comunque ai domiciliari.

Intanto la difesa di Genovese sta cercando l’accordo con la Procura per chiudere la questione economica del processo, attraverso il pagamento di 4 milioni di euro all’Agenzia dell’Entrate. Sanare il debito sulla base di una “elusione“ più che di una vera evasione, è la strategia seguita dal gruppo di avvocati dell’ex imprenditore.

Il pm Paolo Filippini aveva già chiesto il sequestro dei beni dell’imprenditore, per la precisione di 4,3 milioni di euro. L’istanza, rigettata in un primo momento dal giudice Tommaso Perna, era stata avanzata specificamente nel filone sulle movimentazioni finanziarie dell’ex bocconiano.

I reati fiscali su cui hanno lavorato i pm riguardavano, da un lato, redditi da lavoro che Genovese avrebbe dichiarato come redditi da capitale e riferiti al suo ruolo dell’epoca in Facile.it. Dall’altro lato, a Genovese era stata contestata anche un'evasione sulla liquidazione di alcune partecipazioni in Facile.it (società di cui fu fondatore) realizzata, secondo i pm, attraverso lo schermo di una delle sue società, la holding Auliv, su cui erano confluite le stesse partecipazioni. Dopo i giudici del Riesame anche la Cassazione aveva confermato il sequestro di 4,3 milioni di euro all’imprenditore.

La squadra mobile della polizia ha notificato l’ordine di esecuzione della pena firmato dal pubblico ministero Adriana Blasco e condotto Genovese al carcere di Lecco. L’uomo si trovava agli arresti domiciliari in una clinica dal luglio del 2021 per disintossicarsi dalle droghe che aveva assunto per anni. L'ordine di carcerazione è basato sul fatto che il reato di violenza sessuale non consente di scontare la pena ai domiciliari.

A Genovese resta da scontare una pena di quattro anni e due mesi, poiché dalla condanna sono stati sottratti il periodo pre-sofferto per la misura cautelare, di circa due anni, e il periodo di sei mesi di liberazione anticipata.

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