Appalti all'ospedale Santobono, 6 arresti. Coinvolto il giudice di De Luca
L'infermiere minacciò: "Faccio intervenire i clan"
Corruzione: arresti Asl, domiciliari a marito giudice De Luca
Tra le persone arrestate a Napoli per appalti irregolari in Aziende ospedaliere e Aziende regionali di diritto allo studio, c'e' anche Guglielmo Manna, marito del giudice Anna Scognamiglio, coppia coinvolta nell'inchiesta che ha riguardato l'ex capo staff del governatore della Campania Vincenzo De Luca, Nello Mastursi. Manna e' finito agli arresti domiciliari per un appalto 'pilotato' all'ospedale Santobono-Pausillipon di Napoli. Il giudice e la moglie sono stati rinviati a giudizio a Roma il 10 marzo scorso nell'inchiesta sulle presunte pressioni esercitate per indirizzare la decisione della moglie sulla sospensiva in base alla legge Severino dalla carica di presidente di De Luca prima del suo insediamento a Palazzo Santa Lucia, in cambio di una nomina a manager della Sanita' campana. Mastursi e' gia' stato condannato dal gup capitolino a un anno e sei mesi.
Corruzione: arresti Asl, infermiere minaccio' intervento clan
"Cosi' come conosco il buono, conosco anche il cattivo. Ma qui se non paghiamo andiamo a finire malamente tutti quanti. Vedi come sto? Come un dannato". Sono queste le frasi pronunciate da Giorgio Poziello, il coordinatore infermieristico del Santobono di Napoli, finito in carcere per il reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Il 13 luglio 2015 l'uomo fa una lunga telefonata ad Antonio Murolo, cognato e stretto collaboratore di Pietro Ceci, titolare della Euroservizi. Il problema e' che il pagamento delle tangenti, cosi' come pattuito e' stato interrotto, "a causa di una dilazione chiesta dalla Manutencop", cosi' come scrive il gip nell'ordinanza che ha portato all'emissione di 10 ordinanza di custodia cautelare per l'appalto truccato al Santobono. Poziello vanta di conoscere camorristi in grado di pretendere i soldi che ancora restano della tangente da 300mila euro pattuita. "Poziello era in contatti con Carmela Polverino, figlia del boss Antonio detto zio 'Totonno', e moglie di Salvatore Cammarota, condannato nel 2015 a 30 anni di reclusione per camorra", scrive il magistrato. Una mattina, il 20 maggio del 2015, la donna si reca in ospedale per una visita di controllo e Poziello chiama immediatamente Murolo al cellulare: "Qui c'e' la signora Polverino", gli dice al telefono. Poziello e' l'unico finito in carcere. Ai domiciliari sono Guglielmo Manna avvocato dell'ospedale; Pasquale Arace, direttore sicurezza e prevenzione del nosocomio e presidente della commissione di gara; Gaetano Russo, impiegato con funzioni amministrative; Umberto Accettullo, direttore amministrativo dell'Adisu Orientale, Parthenope e Federico II; Pasquale Greco, geometra e Rup presso le aziende regionali allo studio. Obbligo di dimora per Danilo Bernardi, direttore divisione pubblico e mercati internazionali della Manutencoop; Pietro Coci, titolare della Euroservizi; Antonio Murolo, cognato e stretto collaboratore di Coci; Pasquale Cosentino titolare di un'azienda di lavaggio di biancheria.
Manutencoop: completamente estranei a indagine procura Napoli
Manutencoop Facility Management (Mfm), con una nota, "in merito all'inchiesta relativa alla gara per l'affidamento dei servizi di pulizia presso l'Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale Santobono-Pausilipon avviata dalla Procura di Napoli, precisa di essere del tutto estranea alle ipotesi di reato oggetto di indagine contestate a tre dirigenti della Società ed esclude categoricamente qualsiasi condotta non conforme ai principi di correttezza e alle disposizioni di legge". La società precisa che, attualmente, "è stato notificato ad alcuni dirigenti esclusivamente un decreto di perquisizione, eseguito presso la sede della Società, finalizzato all'acquisizione di documentazione di gara. Stando a quanto appreso dagli organi di stampa, le accuse a carico di MFM si baserebbero su dichiarazioni di terzi, esterni alla Società, che Mfm ricusa in toto, certa dell'assoluta correttezza dei propri comportamenti e di quelli dei propri dirigenti". "Mfm ha prestato la massima collaborazione e continuerà a collaborare al fine di giungere ad una rapida conclusione dell'indagine. Sicura che l'esito delle indagini attesterà la propria completa estraneità a ogni ipotesi di reato, conferma piena fiducia nell'attività della Magistratura", conclude la nota.