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Cronache
Asiago, omicidio Via Pennar: nuovi indizi e due biglietti

Nuovi indizi in merito alla tragedia di Via Pennar che, lo scorso Lunedì 4 Febbraio, ha portato le attenzioni di tutto il paese sulla città di Asiago.

“Maledetti” è la scritta che si legge su un foglio di carta ritrovato in camera da letto di Silvia Marzaro. "Dio vi giudicherà" è l'avvertimento riportato su un foglio fatto a pezzetti e rinvenuto nel cestino della cucina. Una scoperta che alimenta le sempre più plausibili ipotesi di un omicidio da parte di quest’ultima nei confronti dei suoi genitori: Italo Marzaro e Ubaldina Volpato. Quest’ultimi, infatti, sarebbero la “causa” del malessere di una figlia che, a quanto pare, era già in cura per il tanto disagio coltivato a livello familiare. Tra le sofferenze, la donna sembrava rivendicare maggiormente quella di un rapporto opprimente con i genitori, ai quali puntava il dito per  averla concepita in età avanzata.

Ma, stando a quanto riporta Vicenzatoday, nonostante i nuovi indizi, nulla rimane per certo e, soprattutto, risolto. Per il momento, quel che si sa è che tre corpi senza vita sono stati ritrovati in quella casa, l’unico luogo in cui si sono svolti i tragici fatti.

Resta ancora tanto da chiedersi: come si è svolto l’omicidio dei due coniugi? Chi è morto per primo? Quali le cause? E soprattutto, c’è stato un evento in particolare che ha scatenato la psiche e l’umore della figlia?L’appartamento rimane sotto sequestro e non si esclude un ritorno degli investigatori per ulteriori indagini.

 

LA VICENDA

Nel pomeriggio dello scorso Lunedì 4 Febbraio, a Mirano (Venezia), sono stati ritrovati tre corpi in un appartamento situato in contrada Pennar. Due coniugi: Ubaldina Volpato, 83enne, coniuge di Lino Marzaro, 85enne, e la figlia Silvia, di 43 anni. A scoprire l'accaduto è stato il compagno, un fotografo di 63 anni del paese, recatosi sul luogo perché preoccupato per l'assenza di risposta da parte della sua signora e dei coniugi. Le prime ipotesi hanno puntato il dito contro la figlia Silvia, in quanto la mancanza di forzature sulla porta d'ingresso rende l'idea che l'omicidio sia avvenuto all'interno della casa. Oltretutto, qualche vicino aveva già segnalato l'avversione da parte della 43enne nei confronti dei genitori, dettata dalla mancanza di un sano rapporto familiare già da molti anni per via del forte distacco generazionale tra le parti. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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