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Cronache
Autostrade, chiesto 1 secolo per strage di Avellino. L'azienda: "Sconcertante"

Autostrade, i pm infieriscono. Dopo il ponte Morandi gli danno la colpa della strage del bus di Avellino

Non esattamente un momento tranquillo per Autostrade per l'Italia. Come se non bastasse la tragedia del ponte Morandi, con tutte le sue conseguenze che devono ancora prendere una forma definitiva sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista penale, ecco un nuovo enorme grattacapo. E altri magistrati si scagliano con veemenza contro un'azienda già in grandissima difficoltà. 

Strage del bus di Avellino, i pm chiedono condanne per oltre un secolo per manager Autostrade

L'amministratore delegato di Autostrade per l'Italia e gli altri 11 dirigenti della società, infatti, rischiano una condanna a 10 anni di reclusione per i reati omissivi in ordine al mancato controllo e alla mancata manutenzione sulle barriere e per il concorso in omicidio colposo plurimo e isastro colposo. Il tutto per un totale di oltre un secolo. E' questa la pena richiesta al termine di una lunga requisitoria dal pm Rosario Cantelmo nel processo per la strage del 28 luglio 2013, quando 40 persone morirono a bordo del bus precipitato dal viadotto autostradale Acqualonga dell'A16 Napoli-Canosa. 

Strage del bus, i pm contro Autostrade: "Sciatteria e negligenza"

"Sciatteria", "negligenza", "omissione" sono le parole che ricorrono piu' frequentemente nella requisitoria del pm, cominciata con una lunga premessa che ha ricostruito i momenti di grande tensione emotiva della notte del 28 luglio 2013. Una descrizione cruda dei corpi dilaniati, del dolore dei parenti, delle sofferenze dei sopravvissuti e degli anni che ne sono seguiti. 

Strage del bus di Avellino, tutte le accuse ad Autostrade

Il perno di tutta la tesi accusatoria si fonda sull'insufficienza a reggere l'urto del pullman precipitato dal viadotto Acqualonga dei sistemi di ancoraggio. Su cosa si sarebbe potuto fare e non si e' fatto per evitare che quella barriera cedesse e precipitasse assieme al bus da 30 metri di altezza. Tirafondi corrosi da una soluzione salina che si deposita in una sorta di sacca che si forma attorno al perno conficcato nel ponte. Sul quel tratto neve e ghiaccio nei lunghi mesi invernali non mancano mai e la distribuzione del sale e' sempre costante e abbondante. La pendenza del tratto fa si' che il sale, tanto corrosivo, si infiltri sotto forma di soluzione, e si depositi fino a corrodere, sfaldare, sbriciolare i tirafondi, che dovrebbero tenere ben saldi i new jersey all'asfalto. Cosi' non fu per quell'incidente e i tecnici di Autostrade per l'Italia hanno sempre sostenuto che il fenomeno corrosivo era imprevedibile e abnorme, rispetto alle caratteristiche dei tiranti, progettati per durare ben oltre la vita delle barriere stesse. E il pm cerca di smontare questa teoria sostenendo che sia da testimonianze in aula, sia da documentazione di organismi di controllo e' emerso che il fenomeno corrosivo della bulloneria era ben conosciuto. Tornano quindi le parole "sciatteria", "negligenza", "omissione" per definire la politica aziendale di Aspi "che non pensa alla sicurezza, ma risponde alla logica del profitto", sottolinea Cantelmo.    

Nella sua lunga requisitoria Cantelmo, che ha chiesto in precedenza la trasmissione di alcuni atti del processo per aprire una nuova inchiesta, attribuisce dunque ai dirigenti di Autostrade una scelta precisa nel non inserire nel piano triennale specifici interventi di manutenzione sulle barriere. "Una scelta fatta in base a un generico criterio temporale. Se Aspi avesse semplicemente aderito al vincolo contrattuale - conclude - senza nessuna richiesta straordinaria, ma solo il compimento delle attivita' previste in concessione, tutto questo si sarebbe evitato". Nella prima fase della requisitoria, il pm Cecilia Annecchini aveva chiesto la condanna a 12 anni di reclusione per il principale imputato, Gennaro Lametta, titolare dell'agenzia che noleggio' il bus precipitato; 9 anni per Antonietta Ceriola, la funzionaria della Motorizzazione civile di Napoli che falsifico' la revisione del bus, e 6 anni e 6 mesi per Vittorio Saulino, l'ingegnere della Motorizzazione Civile che nei giorni immediatamente successivi all'incidente avrebbe "aggiustato" la documentazione falsa della revisione. 

Avellino, bus in scarpata: Autostrade, richieste pm sconcertanti

"Le richieste di condanna appaiono a dir poco sconcertanti, perche' non fondate su alcun dato scientifico oggettivo ed in contrasto con quanto emerso in dibattimento". Lo afferma l'avvocato difensore di Autostrade per l'Italia Giorgio Perroni, in relazione alle richieste avanzate oggi dal Procuratore di Avellino nei confronti degli imputati di Autostrade per l'Italia nel processo per l'incidente del bus precipitato dal viadotto Acqualonga. 

"Si contesta ad esempio alle strutture tecniche della società di aver mantenuto sul ponte Acqualonga barriere che pure rispondono ai più elevati standard di contenimento a livello internazionale, verificati non più tardi del 2015 e confermati dagli stessi periti dell’accusa, sulla base di vizi solo di tipo amministrativo. La decisione contestata si inserisce peraltro all’interno di un progetto di riqualifica delle barriere stesse, deciso su base volontaria da Autostrade per l’Italia, per il quale la società aveva messo a disposizione dei progettisti ben 150 milioni di euro. 

Siamo convinti del fatto che nelle prossime udienze, nel corso delle quali verranno smentite in toto le considerazioni svolte dall’accusa, sarà possibile per il Giudice cogliere a pieno la differenza intercorrente fra la genericità dell’intervento della Procura e la puntualità del rigore scientifico e probatorio che caratterizzerà invece i singoli interventi difensivi, basati sulle solide argomentazioni tecniche proposte dal Collegio dei loro Consulenti che non sono state minimamente scalfite dalle conclusioni dei Consulenti della Procura e dello stesso Perito nominato dal Tribunale." 

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