Cronache

Avetrana: è ora di dire basta a Michele Misseri in tv

di Grazia Sambruna

"Zio Michele" su Rai Tre ha di nuovo straziato la memoria di Sarah Scazzi. L'ennesima ospitata lesiva della memoria della vittima. E di quei tre gradi di giudizio della giustizia ai quali la televisione italiana sembra aver deciso di sostituirsi

Avetrana: è ora di dire basta a Michele Misseri in tv

Michele Misseri, noto anche come ‘Zio Michele’, nell’ultimo mese è spesso in tv. Le Iene gli hanno dedicato un morboso e ammorbante servizio nella puntata d’esordio di questa edizione. L’inviato revenant Alessandro Sortino è stato con lui per due giorni, nella casa di Avetrana dove l’uomo tuttora abita e nel cui garage, 14 anni fa, ha contribuito a uccidere la nipotina quindicenne Sarah Scazzi. Misseri ha ivi composto un inquietante altarino votivo pieno di foto della ragazza sorridente e fiori, tantissimi fiori. Al netto del bel gesto postumo, abbiamo idea che la vittima avrebbe preferito comunque rimanere in vita. Michele Misseri, dopo aver scontato la propria pena in carcere, è tornato in libertà. E, grazie alla tv, oggi è libero di continuare a raccontare le sue fandonie, già ritenute vane da tre gradi di giudizio, anche in diretta sulla tv nazionale. Ciò grazie a Salvo Sottile e al programma Far West, Rai 3, che venerdì 22 novembre ha accolto in studio l’agricoltore come fosse una mezza superstar, “in esclusiva”. Il nostro ha, di nuovo, straziato la memoria di Sarah, ribadendo dettagli horror sulla morte violenta dell’adolescente che no, davvero sembra non possa proprio riposare in pace. Perché?

A nessuno importa della “verità” di Michele Misseri

Per dover di cronaca, nonché per la gravità di quanto ci è toccato (ri)ascoltare, riportiamo la “verità” di Michele Misseri: a suo dire, in carcere per l’omicidio di Sarah ci sarebbero due innocenti. Ovverosia la moglie Cosima Serrano e la loro figlia Sabrina (condannate, in Cassazione, all’ergastolo). L’uomo sostiene, come dal primo giorno di questa orrenda vicenda, di aver ucciso da solo la nipotina. E di averlo fatto per il movente più abietto possibile, quello sessuale: vedendola per la prima volta “vestita succinta” (come sottolinea il conduttore Salvo Sottile, pur consapevole che la ragazza quel giorno stesse andando al mare), lo zio le sarebbe saltato addosso per violentarla. Al rifiuto della giovane, eccolo prendere una corda e strangolarla. Non sta in piedi nulla di tale versione, come chi di competenza ha già ampiamente dimostrato. Ma la moda tutta televisiva di tentare di riaprire casi di cronaca risolti già dal giorno del cucco, nel blando tentativo di rosicchiare qualche punto di share, non molla. Così, veniamo a (ri)scoprire che Misseri sia pronto ad affermare la qualunque, perfino di aver violentato il povero corpicino di Sarah post mortem. Mentre in studio espertoni di grido chiedono la riesumazione del cadavere, già straziato 14 anni orsono dai 42 giorni di permanenza nell’acqua di un pozzo, per poter ristabilire “la verità”. Ma sì, cosa ci importa di quei tre gradi di giudizio quando c’è la tv a occuparsi, finalmente, della giustizia italiana? Che schifo marcio.

Ma la serie su Avetrana non s’aveva da fare, certo

“Qui non è Hollywood” è una splendida serie disponibile su Disney Plus e diretta da Pippo Mezzapesa. Il tema è il delitto di Avetrana, raccontato in quattro puntate, ognuna girata dal punto di vista di uno dei coinvolti: la stessa Sarah Scazzi, poi Michele, Sabrina e Cosima Serrano. Grande polemica fin dall’annuncio del titolo che, dai e dai, ha dovuto rinunciare al nome del paesello perché il sindaco dello stesso paesello temeva possibili danni d’immagine. E, così, a livello personale, quest’uomo ha avuto i suoi cinque minuti di visibilità. Sullo sciacallaggio “giornalistico” che ancora, a quattordici anni dalla morte di Sarah Scazzi, la tv fa di tale tremendo caso di cronaca, invece, il primo cittadino non fa un fiato. La serie, oltre a essere un capolavoro rispettosissimo dei fatti e, soprattutto, della vittima, è stata accolta da enorme indignazione, anche popolare, ancor prima che venisse trasmessa.

Queste ‘interviste’ a Michele Misseri che racconta panzane inquietanti e lesive della memoria di quella ragazzina prematuramente scomparsa, invece, vengono socialmente accettate, come fossero realmente una qualche sorta di approfondimento cronachistico. Le ospitate, ci auguriamo almeno non remunerate, di Michele Misseri in tv rappresentano invece quell’orrendo sciacallaggio che ha banchettato di questo terribile caso fin dal giorno zero. Generando l’orrendo circo mediatico di cui tutti ancora oggi ci vergogniamo. Con ogni evidenza, però, non abbastanza. Altrimenti, uno come Michele Misseri non troverebbe più spazio in tv. Come sarebbe giusto che fosse in un mondo giusto. Che, di nuovo, non è, purtroppo, quello in cui ci tocca vivere.