Beni confiscati, l'appello di Libera: "Serve subito la riforma" - Affaritaliani.it IL TESTO INTEGRALE DELLA PROPOSTA DI RIFORMA DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA

di Lorenzo Lamperti
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Cronache

Beni confiscati, l'appello di Libera: "Serve subito la riforma"

di Lorenzo Lamperti
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Davide Pati, responsabile dei beni confiscati per Libera, lancia un appello al governo Renzi per una riforma immediata in un'intervista ad Affaritaliani.it.

Qual è il ruolo di Libera per quanto riguarda i beni confiscati?

Libera è una rete di oltre 1500 associazioni di cooperative, scuole, università e di singoli cittadini in tutta Italia. E' dal 1995 che ci occupiamo del tema dei beni confiscati e che promuoviamo una campagna di sensibilizzazione e di informazione in tutto Il Paese affinché essi possano essere restituiti alla collettività. 20 anni fa abbiamo raccolto un milione di firme per portare a termine la legge Rognoni-La Torre. Da lì in avanti abbiamo continuato a svolgere un ruolo di promozione e di informazione sul territorio e di affiancamento e supporto alle istituzioni competenti. Comunque Libera non gestisce direttamente i beni confiscati, tranne in 4-5 casi: la sede centrale di Roma sequestrata al boss di camorra Michele Zaza, la bottega di piazza Politeama a Palermo dove vengono venduti prodotti provenienti dai terreni confiscati, la sede di piazza San Pietro a Bari e un'altra struttura a Trezzano sul Naviglio, in provincia di Milano.

C'è abbastanza attenzione sul tema dei beni confiscati?

L'attenzione sul tema è molto in aumento, soprattutto per evitare che i beni confiscati restino inutilizzati. Nel corso degli anni le esperienze positive si sono moltiplicate, c'è un'attenzione sempre più diffusa. Sono in cantiere delle modifiche normative che al momento sono ferme in commissione Giustizia alla Camera. Noi facciamo un appello affinché si sciolgano al più presto i nodi, si trovi una sintesi tra i tre disegni di legge esistenti per dare un sostegno effettivo al riutilizzo dei beni confiscati. Ci vuole uno scatto in più perché il riutilizzo dei beni confiscati è uno straordinario strumento per l'inclusione sociale e per dare lavoro vero.

Il direttore dell'Agenzia nazionale dei beni confiscati ha lanciato l'allarme denunciando carenze di personale e gravi problemi nella procedura di gestione.

Sicuramente ci sono forti criticità. Riconosciamo l'impegno di chi dirige l'Agenzia e dei suoi funzionari. Noi stessi siamo stati forti sostenitori della sua introduzione ma in realtà non si è concretizzata come ci aspettavamo. Il numero di beni sequestrati impone un'organizzazione e una gestione che l'Agenzia con il suo personale non può garantire. Ma è tutto l'iter a dover essere supportato. Mi riferisco anche a quei giudici e tribunali che hanno responsabilità di gestione nella fase del sequestro. Prendiamo Palermo, dove proprio oggi c'è stato un enorme sequestro di beni per 1,6 miliardi di euro. Come si fa a pensare che un ufficio composto da sole 4-5 persone che fanno anche altro possa riuscire a gestire tutto quanto?

In molti, compreso Raffaele Cantone, storcono il naso di fronte a certi compensi degli amministratori giudiziari.

Serve un albo degli amministratori giudiziari. Si tratta di una figura fondamentale per la gestione dei beni confiscati e bisogna regolamentarla. Servono linee guida precise, paletti e garanzie per poter operare. La capacità di gestione dei beni deve essere premiata. In questi anni noi abbiamo conosciuto tanti bravi amministratori giudiziari e altri che non hanno fatto fino in fondo il loro dovere. Bisogna istituire una selezione seria per premiare il merito, facilitando magari anche l'ingresso dei giovani.

Qualche tempo fa Don Ciotti a proposito dei beni confiscati ha parlato di "spreco di legalità". E' così anche oggi?

C'è ancora uno spreco di legalità perché tanti beni sequestrati non vengono riutilizzati e non sono ancora stati destinati. Non basta comunque il solo decreto di destinazione, i beni devono essere effettivamente restituiti alla comunità. Bisogna continuare su questa strada consegnando i beni alle associazioni e alle cooperative in grado di gestirli e sostenendo le amministrazioni comunali. E' una partita molto importante non solo per quanto riguarda la legalità ma anche per quanto riguarda l'economia.