Cronache
Bonavota, il super boss si travestiva da prete e usava pizzini in chiesa
Il numero uno della 'ndrangheta, arrestato a Genova nel mese di aprile dopo 19 anni di latitanza, sembrerebbe avere contatti con la curia del capoluogo ligure
'Ndrangheta, il super boss Bonavota e il giallo sui contatti con le chiese di Genova. Le parole del parroco
Il Secolo XIX ha contattato il parroco di San Donato, don Carlo Parodi, che però nega di conoscere Bonavota: "Non so chi sia e non so se frequentasse la nostra parrocchia - spiega - posso dire che i fogli che gli hanno trovato i carabinieri sono quelli che mettiamo solitamente in fondo alla chiesa a disposizione dei fedeli. È un’intenzione di preghiera in cui si possano aggiungere pensieri o considerazioni personali. Molto probabilmente deve essere entrato e se li è presi". Bonavota, che si trova nel carcere di Marassi, due giorni fa si è collegato in videoconferenza con l’aula bunker di Lamezia Terme dove è in corso il processo. Ha rilasciato dichiarazioni spontanee, ma che ribadiscono anche la sua innocenza. "Sono dovuto diventare latitante - spiega il boss - perché sono stato coinvolto in una vicenda che non mi appartiene. Sono stati anni difficili quelli che ho vissuto a Genova. Ci sono stati giorni in cui ho addirittura pensato al suicidio. Ma mi ha salvato la fede in Dio e in Gesù Cristo".