Cronache
Brurocrazia, Italia tra i Paesi più costosi e con più barriere in Europa
Sarà presentato oggi a Roma lo studio di Competere.eu. Tra adempimenti, documenti e richiesta di certificazioni ciascuna impresa perde 312 ore all'anno.
Viene presentato oggi a Roma il Bureaucracy Index 2020 (Indice della Burocrazia). Lo studio, realizzato per l’Italia da Competere.eu insieme a yourGroupe coordinato dall’istituto slovacco Iness, misura il tempo necessario ad una piccola e media impresa per adempiere a tutte le richieste burocratiche. I paesi coinvolti nella ricerca sono Spagna, Slovacchia, Polonia, Lituania, Repubblica Ceca e Macedonia del Nord.
L’Italia risulta il secondo peggiore Paese per quanto riguarda gli ostacoli burocratici, secondo solamente alla Spagna. Le ore che un’impresa è costretta a dedicare alla compilazione di documenti, alla richiesta di certificazioni e bolli sono in totale 312 ogni anno. Tempo sottratto allo svolgimento delle attività centrali per la vita di un’impresa. Inoltre devono essere aggiunti i costi economici relativi all’impiego di consulenti e al pagamento delle varie tasse connesse alla documentazione amministrativa. In Spagna il tempo necessario è di 369 ore. Molto meglio negli altri paesi sotto esame: in Lituania le ore sono 271, in Repubblica Ceca 223, in Slovacchia 217, mentre in Macedonia del Nord “solo” 154.
L’indice si compone di svariate voci che riguardano le dichiarazioni relative ai salari dei dipendenti e alla previdenza sociale, le assunzioni e i licenziamenti e ovviamente gli adempimenti fiscali. Solo per quest’ultimo settore le pmi sono costrette a impiegare ben 173 ore annuali. Mentre le voci dedicate all’impiego e la previdenza sociale costano all’impresa 123,5 ore su 312 totali.
In generale, si riscontra per l’Italia un ricorso ai consulenti esterni e alle certificazioni da parte di enti terzi di gran lunga superiore agli altri paesi coinvolti nell’indice, eccetto la Spagna. Inoltre la scarsa digitalizzazione dei servizi e i repentini cambiamenti di regole non favoriscono il risparmio di tempo prezioso. Soprattutto per le pmi che possono utilizzare minori risorse e per le quali la burocrazia rappresenta un ostacolo alla crescita e all’innovazione.
“L’Indice della Burocrazia è uno strumento di grande utilità per la politica”, dichiara Pietro Paganini, presidente di Competere.eu. “Non è una novità che l’Italia sia un paese difficile per chi vuole fare libera impresa. E questo è causato per buona parte dalla mole di burocrazia che obbliga le imprese a dedicare sempre più tempo ai documenti invece di innovare processi e prodotti. I dati confermano che dobbiamo semplificare invece di appesantire”.
“L’indice certifica una realtà che le imprese sono costrette a vivere tutti i giorni”, sottolinea il direttore di Competere.eu, Giacomo Bandini. “Con un maggiore ricorso alla digitalizzazione dei processi amministrativi e a sistemi di autocertificazione e controllo si potrebbero tagliare molti dei costi necessari a superare gli ostacoli burocratici”.
“Analizzare l’impatto della burocrazia sulle pmi è un lavoro articolato e complesso”, acommenta Clara Corti, Senior Advisor di yourGroup. “Le ore dedicate “alla burocrazia”costituiscono un fardello gestionale ed un costo di rilievo per i piccoli imprenditori italiani: 312 ore corrispondono di fatto ad un impegno di 2 ore giornaliere per 8 mesi all’annodi una risorsa, distolti dalla gestione e dall’operatività. Mentre l’Indice era in fase di chiusura, in Italia è stato approvato il c.d. Decreto Semplificazioni, recante misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale”, continua Corti. “Auspichiamo che il decreto sia solo l’inizio di riforme sostanziali,attese da anni, che permettano alle aziende italiane di affrontare in modo più leggero l’arena competitiva internazionale”.