Cronache
Esclusivo/ Ruffino, una fonte ad Affari: "Serve guardare ancora in Visibilia"
La criminologa Bruzzone al nostro giornale: "L'imprenditore aveva l'angoscia di ripiombare in un'altra vicenda giudiziaria"
Suicidio Ruffino, un amico ad Affari: "Scavare nella 'grana' Visibilia"
Che cosa ha spinto Luca Giuseppe Reale Ruffino, l'imprenditore morto suicida lo scorso sabato, a compiere l'estremo gesto? Sono in molti a domandarselo. Nel pomeriggio di oggi 8 agosto sono stati sentiti nel pomeriggio in questura a Milano i due figli e la compagna. Tutti, a quanto si è appreso, avrebbero riferito di aver sentito e visto sottotono l’uomo nell’ultima settimana; uno stato d’animo che non avrebbe suscitato particolari preoccupazione in quanto Ruffino aveva passato momenti simili già in passato.
Ma c'è una pista in più: Affaritaliani.it, infatti, ha avuto la possibilità di mettersi in contatto con una fonte che lo conosceva bene, e che, per questo, preferisce restare anonima. L'uomo ha avuto a che fare con Ruffino per moltissimi anni nell’ambito dell’amministrazione condominiale. “Nulla faceva pensare a una malattia o a un gesto estremo – rivela ad Affari l'amico di Ruffino - Il resto sono supposizioni e congetture che ognuno può fare. Io guarderei ad esempio a cosa è ancora nascosto nella grana Visibilia. Se ci fosse qualcosa di più e di nuovo si sarebbe trovato chiuso in un dilemma. L’ultima cosa che penso avrebbe voluto era di essere nuovamente coinvolto in problemi giudiziari”. E aggiunge: “L’ho conosciuto 30 anni fa perché curava la manutenzione di alcuni immobili; nell’ultimo anno i contatti si sono intensificati per ipotesi di business a cui era interessato. Per quanto mi riguarda era una persona seria, professionale e corretta”.
LEGGI ANCHE: Ruffino, chi lo conosceva: “Era malato di tumore". La famiglia chiede silenzio
Inevitabile rievocare, dunque, il calvario che aveva coinvolto l’amministratore condominiale di San Felice, assolto in Cassazione dopo sette anni dall’accusa di finanziamento illecito ai partiti. Il manager milanese era rimasto coinvolto nell’inchiesta Aler su presunte irregolarità nella gestione degli appalti dell’azienda. Una vicenda che l’aveva segnato nel profondo; un incubo che – anche solo indirettamente – avrebbe forse potuto riproporsi, questa volta a causa delle indagini che vedono coinvolta la società di cui era diventato presidente, Visibilia Editore.