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Calipari 20 anni dopo l'omicidio, l'ex agente segreto Marco Mancini: “Ecco come sono andate davvero le cose”
L'ex agente Mancini che riportò in Italia la Sgrena, sui rapporti Washington-Mosca: “I russi sono ancora nel mirino della Cia”

Calipari 20 anni dopo l'omicidio, l'ex 007: “Trump non ha ancora cambiato la Cia”
Era il 4 marzo del 2005: sulla strada dell'aeroporto di Bagdad l'agente segreto Nicola Calipari moriva sotto il “fuoco amico” dei militari americani. Al suo posto, venne incaricato di completare la liberazione e il rientro della giornalista de Il Manifesto, Giuliana Sgrena l'agente Marco Mancini. La morte di Calipari, nonostante una commissione congiunta Italia-Usa e due pareri contrapposti, ad oggi, dopo vent'anni, non ha uno o più colpevoli.
Dottor Mancini, dopo 20 anni ha maturato dentro di sé il motivo per cui i militari Usa fecero fuoco contro quell'auto?
“Io non mi sono fatto un'idea, non sapevo nemmeno che Nicola fosse in Iraq. Sono stato avvisato solo la sera tardi, né sapevo che le persone erano andate in Iraq. Ho avuto disposizione dal generale del Sismi, Niccolò Pollari e dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi di andare a recuperare la signora Sgrena e i miei colleghi di riportare tutti in Italia. Lo ripeto da anni”.
Torniamo al presente: pensa che Trump stia cambiando la Cia e, secondo lei, come?
“Bella domanda. Io credo che ancora non abbia avuto tempo per dare una vera e propria strategia informativa, e le informative sono le disposizioni operative che dà il presidente alle Agenzie. Da come si sta muovendo e da come erano le strategie di tutti gli altri Paesi, Europa e Russia sono state sempre nell'occhio del mirino. E sono target di ricerca anche dei Servizi italiani. Da tempo i Servizi russi stanno ponendo in essere un'attività spionistica forte, anche con sabotaggi e disinformazione con l'Europa e con una penetrazione anche in Italia. Ora che il presidente Trump stia cambiando “i moduli” di ricerca e non conosca cosa sta “ostacolando”, non lo so ma non credo abbia dato nuove disposizioni. I russi sono sempre nel mirino, anche i cinesi”.
Dal Mossad allo Shin Bet, sino alla Cia, la Sis inglese e l'ex Kgb, nonché i cinesi, secondo lei qual è il sistema di intelligence più evoluto?
“Il Mossad è il servizio tecnologicamente più avanzato, rappresento però che il 7 ottobre, nonostante tutta la tecnologia e i processi cibernetici, ci sono stati 300 sequestrati e 1200 morti. I sequestrati sono stati trattenuti all'interno di tunnel e sia Mossad che Shin Bet con tutti i loro sistemi non sono riusciti a riportarli a casa. Hanno dovuto fare un baratto per avere quei pochi israeliani rimasti ancora vivi. La tecnologia non ha funzionato e occorrerebbe riformulare una nuova strategia e ritornare ad attività human intelligence con al centro una persona che dia informazioni che si possano verificare. Lo ha detto anche il direttore del Mossad, David Barnea ammettendo il fallimento. Poi la reazione forte e puntuale si è avuta in territorio iraniano con la neutralizzazione di esponenti di Hamas, Hezbollah e Pasdran con i cerca persone”.
E il livello organizzativo dell'Italia?
“Questa è una domanda che dovrebbe porre all'autorità delegata, il sottosegretario Mantovano. Io leggo e vedo i fatti. Ci sono suoi colleghi che sono stati intercettati da Paragon, cittadini anche stranieri e anche un sacerdote. Tutto questo, a seguito delle escussioni dei vertici, è stato garantito al Parlamento che i Servizi Italiani non hanno intercettato persone. Se esiste un'attività di spionaggio e i Servizi non lo sanno, allora esiste un problema di sicurezza in Italia. Esiste un ente che stava spiando cittadini italiani e l'Italia non lo sapeva, perché contattati da Meta. E c'è un problema ancora più attuale: chi ci sta spiando? C'è un Paese che ci sta spiando e questo è gravissimo e pone un altro interrogativo: esiste un problema di sicurezza nazionale in Italia e quali azioni sono state poste in essere? Perché è grave”.
Mancini, lei pensa che la costellazione di satelliti di Elon Musk possa avere funzioni di assistenza per lo spionaggio?
“Spiare lei lo declina in negativo ma se io vado in Afghanistan e vado nel deserto e c'è un satellite che mi permette di parlare con la mia centrale non è spionaggio, ma assistenza. Ovviamente se noi siamo alleati degli Americani”.
Invece un uso improprio?
“Dovrebbero essere le nostre agenzie a costituire un report per avvisare. Pe ora hanno avvisato i connazionali altri ma nessuno ce l'ha detto. Ci sono due indagini in corso ma il controspionaggio è dei Servizi e non delegato a Polizia, Carabinieri e Finanza”.