Cronache
Caso Cucchi, condannati per falso i carabinieri Mandolini e Tedesco
La sentenza della Corte d'Appello di Roma nel processo bis ai due militari accusati di falso nel procedimento sul pestaggio e la morte di Stefano Cucchi.
Caso Cucchi, confermata la condanna in appello per il maresciallo Mandolini e il militare Tedesco
Tre anni e sei mesi di carcere al maresciallo Roberto Mandolini, e due anni e tre mesi al carabiniere Francesco Tedesco: è la sentenza della Corte d'Appello di Roma nel processo bis ai due militari accusati di falso nel procedimento sul pestaggio e la morte di Stefano Cucchi.
Confermata la condanna in appello per il maresciallo dei carabinieri Roberto Mandolini in relazione ad una accusa di falso riguardo la morte di Stefano Cucchi. I giudici del tribunale di Roma, nell'appello bis seguito alla decisione della Cassazione, hanno riconosciuto la penale responsabilità del sottufficiale. Il collegio non ha pienamente accolto la richiesta della Procura generale che, invece, aveva sollecitato 3 anni ed otto mesi di condanna.
Nei confronti di Tedesco l'ufficio della pubblica accusa aveva chiesto l'assoluzione. Lui è del resto il militare che ha permesso con le sue dichiarazioni di riaprire le indagini sul caso del giovane geometra arrestato per spaccio e morto dopo meno di una settimana nel padiglione penitenziario dell'ospedale Sandro Pertini di Roma. Stanotte il processo a carico di Mandolini e Tedesco sarebbe andato in prescrizione.
Caso Cucchi, le parole del legale della famiglia
"Considero Roberto Mandolini responsabile esattamente come gli autori dell'omicidio di Stefano perche' se avesse fatto il suo dovere e non avesse fatto quei falsi probabilmente il caso Cucchi non sarebbe mai esistito", ha affermato Fabio Anselmo, legale di Ilaria Cucchi, commentando la condanna nel processo di appello bis per il maresciallo e il militare dell'Arma Francesco Tedesco accusati di falso nel filone dell'inchiesta sul pestaggio di Stefano Cucchi.
"Per me questo è un momento emozionante: voglio esprimere grande gratitudine al procuratore Generale Roberto Cavallone e ai magistrati Pignatone, Prestipino e Musaro' che hanno avuto il coraggio di riprendere in mano le fila di una vicenda processuale che era del tutto sbagliata e hanno avuto l'onesta' intellettuale e la competenza di portarla avanti, da soli non avremmo fatto nulla. In merito all'imminente prescrizion faccio il mio in bocca al lupo al ricorso che presentera' Mandolini e se questo verra' ritenuto ammissibile godra' della prescrizione. Quello che per noi è importante e che gli venga tolta la divisa, lui non dove portare quella divisa".