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Caso Paragon, "Luca Casarini era spiato da un anno". I dettagli sull'attacco sofisticato

Un team di ricerca all'Università di Toronto ha tracciato lo spyware. Sul caso arriva una denuncia da Fnsi e Odg

di redazione

Caso Paragon, svelati i dettagli sullo spionaggio ai danni di Luca Casarini

Resta un giallo la questione legata allo spionaggio commissionato alla società israeliana Paragon, una vicenda giudiziaria ancora tutta da chiarire. L'unica certezza è che tra le persone tenute sotto osservazione c'erano anche sette italiani, tra questi Luca Casarini. L'ex disobbediente ai tempi del G8 di Genova che ora è impegnato nei salvataggi di migranti in mare. Un team di ricerca dell'Università di Toronto ha analizzato lo spyware presente nel cellulare di Casarini e ha scoperto che il fondatore e capo missione della Ong Mediterranea era "spiato da un anno". Quindi da molti mesi prima dell'individuazione del warm Graphite.

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"Una entità non ancora identificata - spiegano i ricercatori - ha operato un attacco software di tipo sofisticato, con tentativo di forzatura degli account di Luca Casarini". Il trojan è stato riscontrato nel suo telefono e anche in quello di altri componenti della ong, un'operazione di spionaggio attraverso uno spyware prodotto dall'azienda israeliana Paragon solution. L'analisi condotta da The Citizen Lab svela nuovi dettagli utili per capire cosa possa esserci dietro a queste intercettazioni, ma restano molti punti ancora irrisolti, soprattutto relativi a chi ha commissionato questi "spionaggi" nei confronti di sette italiani, compreso anche il direttore di Fanpage Francesco Cancellato.

 Arriva una denuncia Fnsi e Odg

La Federazione nazionale della stampa italiana e l'Ordine nazionale dei giornalisti presentano una denuncia, contro ignoti, alla procura di Roma per fare chiarezza sul caso dei giornalisti spiati attraverso lo spyware Graphite di Paragon. "Siamo di fronte a fatti che non solo violano il codice penale ma la stessa Costituzione: la stampa è libera" ricorda la segreteria generale Fnsi Alessandra Costante. "È un atto straordinario di cui percepiamo la gravità, ma non era più possibile attendere oltre: se il governo non chiarisce a questo punto non possiamo che rivolgerci alla magistratura" aggiunge il presidente dell'Odg Carlo Bartoli.

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