Cronache

Chiacchiere sul vuoto occidentale con un clochard esistenzialista

L'opinione di Vincenzo Olita *

Scambio casuale e dialettico, senza sofismi né prevaricazioni, con un clochard di Milano

Microchip assicureranno più memoria, intelligenza e capacità robotica, siamo al dominio del materialismo scientista. Preoccupazioni? Di fatto inesistenti. La politica? Intesa come costruzione del futuro, giunge fino alla preoccupazione per le prossime elezioni. L’intellighenzia di Davos, naturalmente favorevole e partecipe. Klaus Schwab riporta nel suo libro La Grande Narrazione un aforisma di Isaac Asimov: “La scienza raccoglie conoscenza più velocemente di quanto la società raccolga saggezza”. Una grande non verità!

E la Chiesa? Silenziosa per il grande pubblico, interessata e possibilista per gli specialisti con le posizioni, del vangelo gesuita, della Civiltà Cattolica e ancor più con il pensiero del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, “il trans-postumanesimo è tendenzialmente obbediente al sistema sperimentale della scienza e della tecnica, senza porsi - almeno a livello sistematico - interrogazioni e premesse consistenti e qualificate di indole filosofica e tanto meno teologica”.

Con una blanda e superflua riflessione, il canto del cigno della sacralità del ministero cristiano è servito. Alla Chiesa di Roma resta un assai modesto potere temporale, molto omaggiato dalla comunicazione politica, molto trascurato dai tanti orfani di un rappresentante dell’autorità spirituale e molto ignorato dal sentire popolare. Dopo sedici secoli il Cristianesimo è attraversato da una profonda crisi della sua stessa identità, certamente non è la prima, ma, nel prossimo futuro, il Cristianesimo avrà continuità non del tutto minoritaria se vorrà e saprà ritornare al Cristianesimo e l’uomo saprà ritornare all’uomo.

Nel frattempo avanza il metaverso cioè la possibilità di vivere in maniera virtuale in mondi digitali interconnessi, per i suoi propugnatori è una semplificazione del nostro vivere, sostanzialmente siamo sulla strada della robotizzazione dell’uomo, della spersonalizzazione e dell’estraneità con l’ambiente naturale. Siamo ad una sorta di ossimoro degli stessi che, contemporaneamente, auspicano l’espandersi dei mondi virtuali e un pianeta del tutto green e sostenibile.