Cronache

Cia Campania, potenziare gli interventi per salvare il comparto agricolo

Eduardo Cagnazzi

Mastrocinque: "Non temporeggiare nelle scelte, servono coraggio e responsabilità". Senza la necessaria liquidità agli operatori si rischia la chiusura.

Per l’agricoltura campana è rosso profondo. Il comparto, che fino a qualche tempo rappresentava il simbolo dell’eccellenza del Made in Italy, è ora a terra a fa fatica a rialzarsi. Il mercato dei vini, per esempio, prima dell’emergenza Covid19 contava circa il 40% di prodotto commercializzato sui Paesi esteri. Anche l’export è crollato, così come per gli altri prodotti, le imprese sono allo stremo. E’ solo un esempio degli effetti causati dalla crisi che Cia Campania indica all’interno del nuovo documento indirizzato al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ed al suo consigliere per l’Agricoltura, Nicola Caputo.

La confederazione degli agricoltori elenca azioni e attività immediatamente attuabili per accompagnare le imprese del settore nel superamento della crisi. Come la richiesta di assimilare anche l’agriturismo ad attività extra alberghiere evitando equivoci nelle interpretazioni del piano socio economico varato da pochi giorni dalla Regione Campania. In primis Cia Campania preme per organizzare un incontro tra la Grande distribuzione organizzata e le organizzazioni agricole e agroindustriali per giungere ad un accordo con il quale le prime si impegnano a ritirare un maggior numero di prodotti campani da vendere nei supermercati. 

C’è anche il settore della frutta a guscio, le castagne e le nocciole, per il quale bisogna prevedere azioni di accompagnamento delle imprese per la vendita dei prodotti sui mercati nazionali e sui mercati esteri. Nel settore della trasformazione Cia Campania propone un incentivo sia per chi trasforma che per chi produce, affinché̀ la filiera della nocciola e della castagna si chiudano con un prodotto finale, preferibilmente, con l’utilizzo di commodoty italiana.

Inoltre, per il comparto castanicolo, non sono più rimandabili alcuni interventi come la modifica della legge regionale che prevede il pagamento di 2mila/3mila euro per riconversione del castagno da ceduo a frutto. Il disciplinare della lotta biologica della Regione Campania secondo la Cia deve recepire gli altri prodotti con principi attivi ammessi dal ministero della sanità. Per il castagneto il problema prioritario è la Cidia e il Baslanino: bisogna prevedere dei trattamenti in alcuni periodi dell’anno sia per lotta integrata che per lotta biologica.

“Non possiamo girarci intorno, è un fatto, tutti i comparti hanno bisogno di liquidità”, afferma Alessandro Mastrocinque, presidente della Cia Campania. “Apprezziamo molto il lavoro fin qui fatto dalla Regione Campania ma dobbiamo tutti fare di più senza temporeggiare nelle scelte. Serve coraggio e responsabilità. La nostra organizzazione è al lavoro e non si ferma ed è sempre pronta al confronto e a nuove soluzioni”.