Cronache

Concessioni balneari alle multinazionali straniere? L'Italia non rischia se..

di Giacomo Costa

Conversazione su spiagge e concessioni balneari: l'Italia deve uniformarsi alla famosa Direttiva Bolkestein. E poi...

Concessioni balneari, le multinazionali straniere conquistano l'Italia? Nessun rischio se...

Cosa pensa l’uomo della strada del problema delle concessioni balneari? Non lo sappiamo, ma si può ipotizzare, avvalendoci di una recente conversazione tra il giornalista Aldo Cazzullo ed un suo lettore, che possa essere rappresentato da l’AC del dialogo che segue. Pur con alcuni stereotipi di troppo, AC ha una sua correttezza e onestà di fondo, e sono queste sue qualità che hanno reso possibile la conversazione con l’altro più smagato personaggio, GC.

AC: a furia di rimandare una soluzione seria e stabile, siamo arrivati di fronte a un muro. Ora succederà che una normativa improvvisata scontenterà tutti. Ma il governo deve difendere i balneari come promesso, vanno difese le nostre spiagge e che ci lavora da una vita, questa incertezza manda in crisi tutti.

GC: beh, le diverse sentenze ad esempio del Tar della Lombardia, Tar delle Liguria, Consiglio di Stato, della Corte Europea di giustizia sono per una volta concordi. Il nostro Paese deve uniformarsi alla famosa Direttiva Bolkestein (2006), che richiede che le concessioni delle spiagge di dominio pubblico avvengano mediante gare concorrenziali; o se vogliamo, a una sentenza del nostro Consiglio di Stato del 2005, nello stesso senso. Vari governi italiani (anche se non tutti quelli che si sono succeduti dal 2006 ad oggi) sono ricorsi a una varietà di escamotages per differire l’entrata in vigore della Direttiva, e finora ci sono riusciti, e forse ci riusciranno ancora. Restiamo in un regime di profonda incertezza su quali siano le leggi in vigore, come Lei giustamente lamenta. Ma questo perché alcuni partiti di governo hanno sempre puntato esattamente al risultato che Lei auspica, “difendere le nostre spiagge e chi ci lavora da una vita”, ossia, prorogare il regime attuale che garantisce i concessionari insediati. La difesa di questi privilegi feudali può essere effettuata solo con espedienti e pretesti, che saranno rovesciati dal girone successivo di sentenze, che daranno luogo a nuovi provvedimenti legislativi ancora più pretestuosi.