Cronache

Confcommercio, Sangalli pensò al suicidio. Le trame dietro il caso molestie

Confcommercio, le accuse a Sangalli e la difesa. Il vicepresidente Uggé non crede al complotto

Confcommercio, caso molestie: la versione di Sangalli

"Ho più volte meditato il gesto più estremo". Carlo Sangalli confessa di aver pensato al suicidio nella querela consegnata ai magistrati sul caso delle presunte molestie di cui è stato accusato dalla sua ex segretaria Giovanna Venturini, come spiega la Verità. Una vicenda oscura e dai contorni molto più che incerti. Nella sua querela Sangalli parla di pressioni subite dall'ex direttore generale di Confcommercio, Francesco Rivolta, il quale, sempre secondo il presidente Sangalli, sarebbe l'amante della stessa Venturini. Una trama architettata a tavolino dai due dunque. Prima per avere quei 216 mila euro per evitare la "gogna mediatica" e che lui avrebbe pagato per evitare ripercussioni lavorative e personali in pieno caso Weinstein. Pressioni che sarebbero poi continuate, a dire di Sangalli, per convincerlo a dimettersi. E' in quel momento che Sangalli sembra sul punto di mollare. Cosa che poi non accade, anzi, ora il presidente di Confcommercio è partito al contrattacco per difendersi dalle accuse e svelare presunte trame ai suoi danni.

Confcommercio, le accuse a Sangalli e la difesa. Il vicepresidente Uggé non crede al complotto

Nel frattempo è trapelato un messaggio della segretaria a Duilio Aragone, collaboratore del presidente, datato marzo 2014 in cui la donna si sfoga: "Ho dovuto subire proprio dal mio massimo superiore un'atroce attenzione sessuale diventata giorno dopo giorno una vera e proprio ossessione alla quale con tutte le mie forze mi sono ribellata". La segretaria, tuttavia, non ha mai sporto denuncia per tali episodi. Replica Confcommercio in una nota: "Una precisa regia, che contestava comportamenti scorretti tra i piu' infamanti, contro cui non vi sarebbe stata alcuna possibilita' di difesa. Per questo, pur non avendo alcuna colpa, il presidente ha ritenuto di cedere alle richieste e pagare". In merito al pagamento cui fa riferimento l'associazione, "il presidente ha scelto di farlo nella forma piu' trasparente possibile dell'atto pubblico, per tutelare la Confederazione e la propria serenita' familiare e conservare ampia prova delle pressioni subite. Nonostante l'avvenuto pagamento, con pervicacia, sono state richieste a piu' riprese le dimissioni con toni minacciosi, allusivi e nei contesti piu' inopportuni. Solo di recente, dopo una lunga e complessa attivita' di ricerca, si e' scoperta la reale natura delle richieste estorsive e si e' avuta prova degli accordi e delle responsabilita' dei singoli", conclude la nota. Ma il vicepresidente Ugge' la pensa diversamente: "La tesi del complotto non regge, da quello che si legge sarebbe un po' forzata o quanto meno un po' datata". Sulla vicenda si dovrebbe avere maggiore chiarezza mercoledi' 14 novembre giorno in cui e' convocato il Consiglio di Confcommercio davanti al quale il presidente 81enne dovra' chiarire la sua posizione.