Cronache

Coronavirus, "connessione tra polveri sottili e Covid-19"

di Carlo Patrignani

Parla la pneumologa Maria Luisa Agneni

"In attesa di saperne di più sull’efficacia dei farmaci o di un  vaccino, stante la possibile mutazione genetica, possiamo fare molto nel contrasto alla diffusione dello sconosciuto virus Sars-Cov-2 che, per le varie modalità con cui si manifesta, è molto insidioso: possiamo tenere uno stile di vita corretto e sano, in primis rispettando rigorosamente il distanziamento sociale; le norme igieniche come lavarsi spesso le mani; una alimentazione sana ricca di frutta e verdura cruda (ricche di vitamina C); non fumare, perché il fumo invecchia e ammala i polmoni rendendoli più vulnerabili agli effetti del virus: infatti paralizza le ciglia vibratili dei bronchi che hanno il compito di rimuovere gli agenti nocivi come in un tapis roulant sospingendoli verso le vie aeree più alte funzionando così come una grande garanzia di protezione".

A parlare è la pneumologa Maria Luisa Agneni, che opera sul campo, sul territorio, nella Asl Roma 1, che avverte “saremo al sicuro solo quando l’Oms ci dirà che la pandemia è finita”.

Fino a quel momento tutto, dai farmaci al vaccino, al ruolo negativo dell’inquinamento atmosferico, le polveri sottili, è sotto verifica.

 “Non è peregrina né azzardata la tesi di una connessione, pur se necessita di conferme,  tra le polveri sottili (Pm10 e Pm 2,5) e la propagazione del  virus. La presenza di alte concentrazioni di polveri sottili in Val Padana è risaputa: ma non si può certo dire che a Wuhan non ci fosse  inquinamento. Insomma ci vogliono ulteriori conferme in merito anche se non è da sottovalutare il ruolo, negativo, delle polveri sottili", nota la pneumologa.

Può l’arrivo dell’estate, della bella stagione apportare miglioramenti? “Sappiamo che l’influenza stagionale cessa con l’arrivo della bella stagione, del caldo, per stare all’aria aperta – risponde - Si può ipotizzare che la diffusione di questo insidioso virus possa calare, ma non sappiamo se  può scomparire  come avviene per il virus dell’influenza stagionale”.

E magari riprestarsi in autunno-inverno. “Il che non è da escludere – osserva – Ne saremo fuori quando l’Oms ci dirà che la pandemia è finita”.

Quel che è certo è che bisogna per qualche tempo ‘convivere’ con l'insidioso e sconosciuto virus propagato dal pipistrello, una volta portato fuori dal suo habitat naturale.  “Per questo è importantissimo uno stile di vita corretto e sano – aggiunge la Agneni – evitare luoghi chiusi e affollati, tenere il distanziamento sociale, una alimentazione sana e non fumare”.

Ancora non c’è la piena consapevolezza sulla pericolosità del virus. “Per quel che ho modo di registrare  nel rapporto con i pazienti, con quelli più a rischio per le loro patologie, non direi che tale consapevolezza sia ben radicata”, chiosa la pneumologa che circoscrive rigorosamente il suo intervento al campo di sua stretta competenza arricchito però di suggerimenti  come non abbandonare le terapie per malattie croniche anche se stabilizzate  e richiami a comportamenti  virtuosi per non mettere a repentaglio la propria vita e quella degli altri.

“Questo sconosciuto virus si manifesta con un ventaglio di modalità talmente variabili da renderlo particolarmente insidioso per tutti e facilmente infettante.

Si va dall’assenza di sintomi ( soggetti infettati ma asintomatici che inconsapevolmente hanno contagiato molte persone ) ai sintomi lievi ma mai da  sottovalutare come tosse secca, raffreddore  talvolta con congiuntivite per lo più con secrezione lacrimale non purulenta, assenza di olfatto e di gusto , a febbre lieve, moderata ,alta fino  alla dispnea  a riposo (affanno) che talvolta  può introdurre la progressione verso la polmonite interstiziale.

La polmonite interstiziale richiede il ricovero in reparti Covid dedicati e qualche volta necessita di terapia intensiva".

Ancora molte domande sono senza risposta. "Perché questa diversità di risposta? Perché la risposta dell’organismo non si ferma sempre alle prime vie aeree ma  talvolta scatena una tempesta immunitaria e infiammatoria polmonare  che si propaga anche ad altri organi? Questo non si verifica solo in anziani molto malandati ma anche in molte persone in apparente buona salute!

Quando è interessato dall’infiammazione  l’interstizio polmonare che è l’impalcatura dei polmoni dove si verifica lo scambio fra anidride carbonica ed ossigeno questo scambio  si attua con grande difficoltà ed ecco la necessità di una ventilazione meccanica non invasiva o  nei casi più gravi invasiva  per far arrivare l’ossigeno nel sangue e garantire così  la sopravvivenza. Non sappiamo ancora perché si attivi  questa tempesta  infiammatoria di citochine  e dunque possiamo solo contrastarne gli effetti quando accadono". E qui la pneumologa ci regala un altro prezioso suggerimento. "Quando si è in presenza dei primi sintomi va avvertito subito il medico di base che è in contatto con il sistema di sorveglianza e di prevenzione e a cui spetta assumere la decisione più appropriata e a  monitorare l’andamento dei sintomi del  paziente. Se a casa avessimo oltre al termometro un saturimetro, uno strumento di facile uso, che consente di misurare e monitorare il grado di saturazione di ossigeno dell’emoglobina presente nel sangue arterioso e insieme la frequenza cardiaca, potremmo dare al medico di base l’informazione di un’eventuale segno precoce, la  desaturazione, che potrebbe richiedere il trasferimento in ospedale. Invece se la saturazione si mantenesse buona e stabile come in tempi normali - conclude la Agneni - ci sarebbe un elemento in più (che deve concordare con altri parametri clinici)  per esserne rassicurati".