Cronache
Coronavirus, le nuove terapie intensive non esistono. Cantieri neanche partiti
Non c'è traccia dei 7500 posti letti promessi dal governo. Finanziamenti da 1 mld. Arcuri: "Problemi con le Regioni. Entro fine ottobre inizio dei lavori"
Coronavirus, le nuove terapie intensive non esistono. Cantieri neanche partiti
Il Coronavirus fa paura e la seconda ondata rischia di travolgere il sistema sanitario anche in Italia. Il numero dei contagiati e dei pazienti che necessitano di ricovero in ospedale, infatti, è in netto e costante aumento e preoccupa la situazione fuori controllo in altri stati, come Francia, Spagna e Gran Bretagna. Ma adesso si scopre - si legge sulla Stampa - che dei 7500 nuovi posti promessi e finanziati a maggio dal governo, non c'è traccia. I lavori sono totalmente fermi. Siamo ad ottobre e di cantieri non se ne è aperto nemmeno uno in tutta Italia.
«Le regioni hanno inviato i loro piani di stabilizzazione dei posti letto di terapia intensiva solo da pochi giorni, per questo le gare non sono ancora partite », spiegano gli uomini della struttura commissariale. Che ha fissato al 12 ottobre la dead line per presentare le offerte da parte delle aziende appaltatrici. «Poi entro fine mese partiranno i cantieri», assicurano gli uomini di Arcuri. Che in parecchi casi potranno richiedere tempo per arrivare a realizzare i nuovi 3.443 letti di terapia intensiva e i 4.213 di sub intensiva, al 50% riadattabili in posti per i malati più gravi.
Degli oltre 5 mila letti di terapia intensiva - prosegue la Stampa - preesistenti all’era Covid nel periodo autunno-inverno il 90% sono occupati da pazienti con altre patologie. Ne restano quindi 500, ai quali se ne aggiungono altri mille di quelli post-Covid che nel frattempo le regioni hanno «stabilizzato» per conto loro. In tutto fanno 1.500 letti, dei quali a ieri 319 già occupati da pazienti Covid.