Cronache
Coronavirus, nessuno vuole fare il commissario di maturità. Paura del contagio
Solo in Lombardia non se ne trovano quasi 800. La preoccupazione del ministero dell'istruzione: "Mai stati così scoperti"
Coronavirus, nessuno vuole fare il commissario di maturità. Paura del contagio
L'emergenza Coronavirus in tutta Italia continua. Le scuole sono chiuse da mesi, con gli studenti costretti a fare lezione in videochat, l'anno scolastico è ormai quasi concluso, ma non per per chi dovrà sostenere l'esame di maturità. Si è deciso, infatti, di svolgerlo in presenza. Ma i tempi stringono e i problemi da rislvere perchè questo possa avvenire sono ancora molti. Uno tra tutti è quello relativo alla difficoltà di reclutare i commissari esterni, soprattutto nelle regioni più a rischio contagio, come la Lombardia e il Piemonte. In Lombardia - si legge su Repubblica -le commissioni d’esame sono 1.797 e, affidandosi all’ultimo elenco aggiornato, hanno dato la disponibilità 1.027 presidenti. A Milano le classi da coprire sono 558 e i candidati alla guida della commissione d’esame sono stati 288. Ne mancano 270, quasi la metà. Il provveditorato di Milano, retto dall’ex ministro Marco Bussetti, sta lavorando alle nomine dei disponibili, ma lo scorso anno le presidenze da trovare in questa fase erano soltanto trenta.
In Piemonte il 21 maggio scorso l’Ufficio scolastico ha pubblicato i nomi dei primi 671 presidenti che hanno dato disponibilità, su 815. Manca il venti per cento. E su Torino città metropolitana, che produce metà delle quinte classi della regione, qualcosa in più. «Ci stiamo avvicinando con un po’ di fatica alla colmatura dei fabbisogni», dice il direttore dell’Usr, Fabrizio Manca, «siamo al secondo sollecito e abbiamo riaperto i termini per partecipare. Contiamo sui dirigenti scolastici di elementari e medie».
I provveditori, per questa maturità senza pace, - prosegue Repubblica - stanno provando a reclutare dirigenti scolastici in pensione, presidi di scuole primarie. Alla seconda chiamata — alcuni direttori degli uffici scolastici regionali sono alla quarta mail, alle telefonate personali: «Per cortesia, può coprire quel plesso?» — nel Paese mancano ancora molti presidenti di commissione. "Non siamo mai arrivati scoperti così a ridosso dell’esame", spiegano al ministero dell’Istruzione, "la prima chiamata c’è stata il 6 maggio".