Cronache
Cybercrime, stroncata la rete mondiale di pc-zombie
Il Servizio Polizia postale e delle comunicazioni, sotto la direzione della Procura di Roma e con la collaborazione del Federal bureau of investigation (Fbi) statunitense ha smantellato la propaggine italiana della famigerata Rete Andromeda, una delle piu' longeve ed insidiose "botnet" a livello mondiale, responsabile della infezione di milioni di computer utilizzati da abili hacker per la diffusione di virus informatici su larghissima scala: i proprietari dei devices (detti, significativamente, computer-zombie) non sospettano minimamente di essere stati infettati, tutto quello che notano e' che i loro pc sono un po' piu' lenti del solito. Assunto il controllo dei sistemi, invece, gli hacker sono in grado di sfruttarli per compiere attivita' criminali su larga scala, quali il furto di dati personali, password, numeri di carte di credito, indirizzi, numeri di telefono e dati sensibili. Nelle ipotesi piu' gravi, la potente rete di computer-zombie e' utilizzata per lanciare attacchi a sistemi informatici appartenenti ad infrastrutture critiche del Paese (pubbliche amministrazioni, sanita', energia, trasporti, finanza, telecomunicazioni), con evidente pericolo per l'erogazione dei servizi pubblici essenziali. La Polizia di Stato, nel contesto di una maxi indagine internazionale, ha smantellato due server "command & control" e circa 150 domini localizzati in Italia.
L'operazione ha inizio un anno fa, quando, dopo piu' di quattro anni di indagini, la Procura della Repubblica di Verden e la Polizia di Luneburg (Germania), insieme con le autorita' statunitensi ed alle Agenzie europee Europol ed Eurojust, rivelarono l'esistenza di un'infrastruttura criminale internazionale denominata Avalanche, utilizzata per lanciare, diffondere e gestire attacchi malware globali, tra cui Andromeda. La condivisione dei dati acquisiti durante l'operazione Avalanche, ha gettato le basi per la creazione, a livello planetario, di una task force formata dagli investigatori di 15 Paesi, tra cui l'Italia, attraverso cui e' stata avviata quest'anno l'indagine Andromeda. Ricostruita pazientemente la complessa rete di server e computer che componevano la botnet, le forze di polizia e le autorita' giudiziarie dei 15 Paesi hanno cosi' dato corso ad un'azione coordinata di spegnimento simultaneo (tecnicamente denominata Takedown) dei sistemi informatici infetti, che ha condotto alla disarticolazione della struttura criminale. L'indagine e' stata condotta in stretta collaborazione con l'Ispettorato per le indagini criminali centrali di Luneburg in Germania, il Centro europeo per la criminalita' informatica di Europol (EC3), la Task Force congiunta per i crimini informatici (J-CAT), Eurojust e private-partner di settore. Nel mirino, 1500 server e domini, utilizzati per diffondere il malware Andromeda. Per Steven Wilson, capo del Centro europeo per la criminalita' informatica di Europol, "questo e' un altro esempio delle forze dell'ordine internazionali che collaborano con i partner industriali per affrontare i criminali informatici piu' significativi e l'infrastruttura dedicata che usano per distribuire malware su scala globale. Il messaggio chiaro e' che i partenariati pubblico-privato possono avere un impatto su questi criminali e rendere Internet piu' sicuro per tutti noi". Le attivita' di contrasto hanno coinvolto Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Regno Unito, Australia, Bielorussia, Canada, Montenegro, Singapore e Taiwan. L'operazione ha avuto il sospetto di Shadowserver Foundation, Microsoft, Registrar of Last Resort, Internet Corporation per nomi e numeri assegnati (ICANN) e registri di dominio associati, Fraunhofer Institute for Communication, Information Processing and Ergonomics (FKIE), Ufficio federale tedesco per la sicurezza delle informazioni (BSI).