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David di Donatello e lo strano caso dell’articolo 3 per i documentari: ecco che cosa sta succedendo

Che cosa sta succedendo dietro le quinte del David di Donatello? Qualcosa di poco chiaro. Pochissimo chiaro. Almeno sul fronte del Premio Cecilia Mangini per il miglior film documentario...

di Redazione

David di Donatello e lo strano caso dell’articolo 3 per i documentari 

Che cosa sta succedendo dietro le quinte del David di Donatello? Qualcosa di poco chiaro. Pochissimo chiaro. Almeno sul fronte del Premio Cecilia Mangini per il miglior film documentario. Ma andiamo con ordine Tutto comincia con una denuncia di Sentieri Selvaggi, storico magazine di cinema, all’indomani dell’annuncio delle 15 candidature scelte dalla giuria del David e in gara per il Mangini.

Si legge sul sito di Sentieri Selvaggi: “Tra i candidati c’è anche Real di Adele Tulli, un documentario che Sentieri Selvaggi ha particolarmente apprezzato. Ma è qui che è stata riscontrata un’anomalia. Il film è montato dalla stessa regista con Ilaria Fraioli che fa parte della Commissione per i documentari del Premio assieme a Marco Bertozzi, Maria Bonsanti, Carlotta Cristiani, Irene Dionisio, Alberto Fasulo, Pinangelo Marino e Alessandro Zanon. È normale che uno dei 15 film sia stato scelto da un gruppo di selezionatori di cui fa parte anche la montatrice? Siamo così andati sul sito ufficiale dei David di Donatello per vedere il regolamento. L’articolo 3 cita testualmente: “I componenti la Commissione non possono in alcun modo e con alcun titolo essere coinvolti nella realizzazione dei documentari iscritti“. Ci sono diverse cose che non tornano. Come mai l’organizzazione dei David di Donatello ha nominato una Commissione in cui c’è una persona che è coinvolta in uno dei film candidati? Perché è stato fatto? C’è stata una disattenzione? È cambiato il regolamento e non è stato aggiornato sul sito? Ma ci domandiamo, inoltre: chi fa parte di una Commissione non legge i regolamenti? Non scatta il dubbio su un possibile conflitto di interesse? Se i responsabili del Premio sono stati quantomeno disattenti, dall’altra parte non ci sta altrettanta leggerezza? Ovviamente invitiamo i diretti interessati a intervenire per fornirci la loro versione. Nel frattempo, questo strano caso al momento, in attesa di altre spiegazioni più esaurienti, non ci convince affatto”.

E Sentieri Selvaggi pubblica integrale l’articolo 3, che recita: “L'Accademia selezionerà 15 documentari tra quelli iscritti (attraverso il lavoro di una Commissione) da sottoporre al voto di tutta la Giuria dei David che voterà una prima volta per individuare la cinquina dei candidati, e poi per Il vincitore. I componenti la Commissione non possono in alcun modo e con alcun titolo essere coinvolti nella realizzazione dei documentari iscritti”.

Regolamento violato, quindi? Nessuna reazione ufficiale dai vertici del David. Ma, zitti zitti, quatti quatti, eccoli metter mano al sito internet del premio. Per postare una nuova versione dell’articolo 3. Uguale alla precedente, però mutilata: infatti, l’intero periodo che recita “I componenti la Commissione non possono in alcun modo e con alcun titolo essere coinvolti nella realizzazione dei documentari iscritti” è stato spazzato via. E, sotto l’articolo 3, c’è un link, in verde, scritto così: (nota: correzione errore). Cliccando sul link si atterra sulla seguente nota: “per un errore nella pubblicazione del nuovo sito David per un periodo è rimasta online una versione precedente e errata dell’art 3”.

E qui, con tutta evidenza, casca l’asino. O meglio. Qui scattano una serie di domande fastidiose. Perché fino allo scorso anno i commissari del Mangini erano giornalisti e adesso sono persone coinvolte nella produzione di documentari? Come possono serenamente scegliere? Non c’è il rischio di favorire un proprio lavoro o, al contrario, di penalizzarlo pur di non essere accusati di conflitto di interesse? Come è possibile che, con inaudita disinvoltura, il regolamento sia stato mutilato dopo l’articolo di Sentieri Selvaggi? E chi ha selezionato i selezionatori? Insomma, un groviglio che dovrebbe indurre i vertici del David ad azzerare tutto, costruire una giuria veramente indipendente e riaprire la gara. Perché questa storia puzza, oh se puzza…

(Di seguito, alle pagine 2-3-4, tre screenshot: l’articolo 3 com’era, l’articolo 3 mutilato, la nota sull’…errore…)