Cronache
Ddl Zan, siamo uomini o caporali?
Essere o ... dover sembrare d'essere... nel cortile globalizzato. Essere davvero se stessi, almeno per sé stessi, vergognandosi di nascondersi dietro il voto segreto... o, ipocritamente e sempre vergognandosi, non essere sé stessi, per sembrare d'essere come la Gruber, la Lucarelli, Formigli, horse Fedez e compagnia bella? La quasi totalità dei politici non avrebbe dubbi sulla risposta al quesito, definendolo un falso amletico clamoroso. Chi vuol darsi alla politica non deve avere tentennamenti: deve esserci sempre coincidenza tra il suo intimo sentire e l'immagine che vuole fornire pubblicamente.
Pensieri e parole devono coincidere. Quindi ... i prodi affossatori dell'ipotesi Prodi Presidente, i celebri sconosciuti (101, ma ancora si mormora che furono di più...) non avrebbero dovuto darsi alla politica?
E, come loro, avrebbero sbagliato mestiere anche gli attuali franchi tiratori, additati al pubblico ludibrio dei puristi fautori di un repulisti morale, per quest'ultima "porcata" del voto segreto, chiesto e ottenuto dal sapiente volpone Calderoli mosso dalla sicura convinzione di conoscere bene i suoi timidi e sofferenti polli?
Beh, vado subito al sodo con fatti, credo interessanti e assolutamente veri, perché vissuti in prima persona. Giorgio Napolitano non so per quanti anni ha passato un mesetto di vacanze estive a Stromboli. Negli anni '90 mi sono recato in quell'isola varie volte all'anno e sistematicamente a fine corsi ed esami, quindi luglio/agosto, portandomi una favolosa squadra di ricerca per una delle tematiche più fortunate e amate da tecnici, laureandi e specializzandi in fisica.
Ho avuto modo di conoscere e di frequentare l'allora Presidente della Camera e di avere con lui ampi e piacevoli scambi culturali. Tanta fu la confidenza tra noi che, senza mai avere da lui qualche ammissione sul suo amore attivo per lo scrivere in prosa e in versi, sentii il bisogno di scrivere un articolo ritenuto audace e convincente ("Perché Giorgio Napolitano "non può" essere Tommaso Pignatelli"). Lì spiegavo le ragioni per cui Napolitano aveva fatto uso di uno pseudonimo (Tommaso Pignatelli) per nascondere tutta la sua produzione poetica giovanile... fino all'ultimo libro, per me addirittura chiaramente autobiografico, Amarosùd (1993).
A tutt'oggi Napolitano continua a negare d'aver mai scritto poesie, né in napoletano, né in italiano, né in altra lingua. E, ovviamente, nega d'aver scritto Amarosùd che, se uno lo legge, si chiede: ma chi, se non Napolitano, poteva parlar così tanto da Napolitano? E, ancora: perché tanta ostinazione a dir bugie? Semplice: perché la sua immagine pubblica non poteva e non può essere contaminata da un "interno" che ha scritto poesie e addirittura un libro, quasi fosse un Di Maio qualsiasi.
E così è, scendendo un po' raso terra, per questi ultimi franchi tiratori. Certa stampa ha titolato il tonfo di Enrichetto, così: ha vinto il buon senso! Quindi i franchi tiratori, quelli a cui si dà la caccia per metterli alla gogna oggetto di tiro a segno con pallettoni di sterco, sono giudicati persone di buon senso. Ne è riprova il loro anonimato per evitare l'immagine che avrebbero nel cortile: traditori, reazionari, fascisti, repressivi e trogloditi non sperticatamente entusiasti di tutto il testo scritto da Zan. Già, perché horse Fedez, politologo che incredibilmente influenza assieme alla brutta copia di Madonna, la Lucarelli (che tratta da scemo l'osceno filastroccaro, quasi come Bassetti maltratta Grisanti per la bufala della sempre più breve copertura di J&J), la Gruber, Formigli e tutti gli altri a caccia dei fetentissimi, hanno forse condannato l'eccessiva arrogante baldanza dell'anti amletico Letta, che ha respinto ogni tentativo di aggiustamento del testo, richiesto da chi non voleva affossarlo tutto, ma solo discuterne qualche parte? Il detto reso celebre dall'esperienza "Chi troppo vuole, nulla stringe!" chi lo scrive su una lavagnetta tipo asilo infantile da regalare al Capo ipocarismatico?
Torniamo a Napolitano.
(Segue...)