Elezioni 2018, Soros attacca CasaPound e MarieClaire. Timori sui migranti?
Su un portale web collegato a George Soros si parla di CasaPound e dei media italiani. Ecco perché
SOROS ATTACCA CASAPOUND
George Soros sferra l'attacco all'informazione e a CasaPound, dopo essersela già ampiamente presa con Facebook e Google e i giganti del web. Il magnate ungherese, da più parti definito "speculatore", entra nella contesa delle elezioni politiche italiane con un articolo pubblicato sul portale Open Democracy, piattaforma web finanziata tra gli altri dalla sua fondazione Open Society.
L'ATTACCO AI MEDIA
Nell'articolo, pubblicato in lingua inglese e intitolato "Come i media italiani hanno aiutato a rendere glamour il fascismo", si sostiene come alcune operazioni dei mezzi di informazione italiani hanno aiutato, o stiano aiutando, lo sdoganamento di CasaPound che da movimento bollato come semplicemente neofascista sta diventando qualcosa di più.
FASCISMO GLAMOUR SU MARIECLAIRE?
In particolare, si cita un articolo del magazine femminile MarieClaire che presentava appunto alcune figure femminili legate a CasaPound, a partire da Carlotta Chiaraluce. Un'operazione che, secondo la tesi dell'articolo di Open Democracy, starebbe aiutando CasaPound ad affrancarsi dall'immagine precedente e diventare glamour tra i giovani.
I TIMORI DI SOROS SU CASAPOUND E SUI MIGRANTI
La mossa non arriva probabilmente per caso. Soros, impegnato con la sua fondazione e con numerosi investimenti nell'accoglienza dei migranti, non vede certo di buon occhio i movimenti sovranisti di destra. E con le elezioni italiane che si avvicinano, potrebbe temere un'importante affermazione di CasaPound alle urne, diametralmente avversa alle sue posizioni in materia di profughi e non solo.
L'ATTACCO DI SOROS A FACEBOOK E GOOGLE
L'attacco ai media non arriva da solo. Durante il World Economic Forum di Davos, d'altronde, Soros, ha parlato di Facebook e Google come un un "grave pericolo". Secondo il magnete ungherese i due giganti del web hanno inizialmente svolto "un ruolo innovativo e liberatorio", ma stanno ora causando "una serie di problemi di cui solo ora iniziamo a prendere coscienza". Devono essere dunque "regolamentati" perche' altrimenti "difficilmente cambieranno: non hanno ne' la volonta' ne' l'inclinazione a proteggere la societa' dalle conseguenze delle loro azioni. Sono dunque una minaccia e spetta alle autorita' di regolamentazione proteggere la societa' contro di loro". "I loro giorni sono contati", ha comunque assicurato il finanziere e filantropo, aggiungendo anche un diverso 'focus' per le sue fondazioni: "Di solito si sono concentrate sul cosiddetto mondo in via di sviluppo, ma ora che la societa' aperta e' in pericolo anche negli Stati Uniti e in Europa, stiamo spendendo piu' della meta' del nostro bilancio piu' vicino a casa".