Cronache
Valtellina, ancora misteri sul "volo della morte". Il gip decide il 7 novembre
Il 7 novembre il gip deciderà se archiviare o prorogare le indagini sul tragico schianto dell'elicottero in Valtellina dell'estate del 2015
Sono passati più di due anni dal tragico pomeriggio del 31 luglio 2015, ma la verità sul "volo della morte" ancora non è arrivata. Quel giorno un elicottero dell'Elitellina si schiantò contro la parete rocciosa della Cima di Zocca, in Valtellina. Persero la vita il pilota Agostino Folini e gli altri due membri dell'equipaggio, l'operatore di terra Marco Gianatti e il motorista Stefano Olcelli.
Il prossimo 7 novembre il gip deciderà se accogliere la domanda di archiviazione dell'inchiesta aperta per omicidio colposo a carico di ignoti (avanzata dalla procura di Sondrio) oppure disporre la proroga delle indagini per accertare che cosa sia veramente accaduto ed eventualmente arrivare a processo. I dubbi sulla dinamica dell'incidente, infatti, sono tanti.
Quel 31 luglio l'elicottero pilotato dall'esperto Folini ripartì dal rifugio Marinelli in direzione della Val Codera dopo aver lasciato due escursionisti. Il volo avrebbe dovuto durare 15 minuti e soprattutto avrebbe dovuto trovarsi più in alto rispetto a ai 3174 metri di altezza della Cima di Zocca contro la quale si è invece tragicamente schiantato disintegrandosi. Immediatamente dopo il ritrovamento dei corpi, avvenuto il 2 agosto 2015, si sono alimentati i dubbi su che cosa fosse effettivamente accaduto.
L'elicottero Ecureuil B3 infatti non era dotato di una scatola nera e dunque non esistono registrazioni delle conversazioni di bordo che avrebbero potuto aiutare a chiarire che cosa fosse succeso. E tanti particolari sono rimasti al momento senza chiare risposte. Il segnale di Sos dell'elicottero rimase inattivo per motivi ignoti. Considerando che la zona non era coperta dai radar, in molti si sono chiesti come mai nessuno lanciò l'allarme non vedendo arrivare a destinazione l'elicottero, che avrebbe dovuto atterrare in Val Codera alle 13,25. Un silenzio che durò fino alle 16, quando si attivarono le prime ricerche. Il tutto mentre invece una debole frequenza radio sarebbe stata intercettata 40 ore più tardi da un elicottero militare svizzero che sorvolava la zona. Altro elemento la mancanza di un piano di volo, che non fu redatto, anche se c'è da sottolineare che non si tratta di uno strumento obbligatorio seppur consigliato.
Tra le ipotesi avanzate dopo l'incidente c'è quella di una fitta nebbia che avrebbe avvolto l'elicottero. Un elemento che, insieme al probabile guasto all'altimetro di bordo, avrebbe fatto credere al pilota di trovarsi più in alto di quanto effettivamente non si trovasse.
Nelle scorse settimane è arrivata la relazione d'inchiesta dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (Ansv), secondo la quale si trattò di fattore umano. Dall'esame del relitto l'Ansv ha concluso l'assenza di problemi di natura tecnica e sarebbe stato accertato che il motore stesse erogando potenza al momento dello schianto. Nessuna anomalia si sarebbe verificata nemmeno per quanto riguarda il carburante in quanto il sistema EBCAU non si sarebbe attivato.
L'Ansv imputa invece alle condizioni meteo il ruolo decisivo nella tragedia. Ci sarebbe stata infatti scarsa visibilità sulle vette alpine, con la presenza di "montagne oscurate". "La decisione del pilota di continuare il volo in condizioni marginali di visibilità parrebbe essere stata indotta da una inadeguata valutazione del rischio"; si scrive nell'analisi Ansv, "associato al rapido deterioramento della situazione metereologica. L'impropria percezione delle reali condizioni di volo avrebbe così favorito il passaggio da una condizione di volo VFR/VMC a una condizione di volo IMC, con conseguente perdita della situation awareness da parte del pilota". In sostanza, il repentino cambiamento delle condizioni di meteo avrebbe pregiudicato il controllo del tragitto al pilota. Un'ulteriore possibile causa individuata dalla relazione Ansv è la pressione operativa. Quel giorno infatti si era accumulato del ritardo sulla programmazione dei voli giornalieri.
Ma la parola fine sulla vicenda non è ancora arrivata. Si attendono le decisioni del gip di Sondrio. Nel frattempo alle famiglie degli scomparsi restano ancora il dolore e tante domande. "Agostino per potere conseguire il brevetto di pilota aveva fatto numerosi sacrifici", ha recentemente dichiarato a Il Giorno Annamaria Bonettini, la vedova di Folini. "Stare alla cloche era la sua vita. Lassù, in alto, in volo, sull'elicottero che pilotava riusciva ad esprimere pienamente se stesso, generando in chi stava vicino una sincera ammirazione. Mi manca molto, ci manca molto..."