Cronache
Emilia Romagna, la giunta Pd cassa la valutazione ambientale strategica
“Le devastanti alluvioni hanno insegnato poco” scrivono gli esperti. Per i piani urbanistici i Comuni non dovranno più chiedere l’approvazione ad Arpae
Più cemento per tutti! In Emilia Romagna vince ancora “l’uomo betoniera”, nonostante le devastanti alluvioni di maggio
“Le devastanti alluvioni della Romagna hanno insegnato poco”, scrive sul sito di Altreconomia il professore di Pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico di Milano Paolo Pileri. Forza Cemento Siempre! Non sono serviti gli studi dell’Imperial College di Londra o gli appelli di tantissimi studiosi nel dire che la causa dell’ultimo disastro in Emilia Romagna è la cementificazione esasperata del territorio e il mancato drenaggio delle acque.
Ecco la delibera 1407 delle Regione Emilia Romagna approvata in pieno agosto, il 7 scorso, che recita: “di dare atto che nei procedimenti di approvazione dei piani urbanistici comunali e delle loro varianti attivati ai sensi della L.R. n. 24/2017, la previa istruttoria di Arpae ai fini del rilascio del parere motivato di Valsat da parte della Città metropolitana di Bologna e delle Province non è dovuta”.
Che vuol dire?
Che da oggi i Comuni o gli altri enti dell’Emilia Romagna non dovranno più acquisire il parere favorevole di Arpae, ente esistente in ogni Regione per il controllo dei “disastri” urbanistici dei Comuni che immettono sul territorio costruzioni a mani basse.
La norma sembra una sorta di liberi tutti che rischia di far passare come normale il consumo di suolo sempre più esasperato dell’Emilia Romagna, terza regione per maggiore incremento negli ultimi 10 anni.